Il 9 maggio si celebra in Italia la Giornata per le vittime del terrorismo. La scelta del giorno, istituita dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2007, non è casuale, il 9 maggio del 1978 fu infatti uno dei giorni più tragici della storia del dopoguerra con i destini incrociati di Aldo Moro e Peppino Impastato.
In quella giornata di quarantadue anni fa l’Italia assistette impotente a due tragedie che cambiarono per sempre la storia del nostro paese, lasciando un segno indelebile nella coscienza degli italiani.
A Roma, in mattinata, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in Via Caetani venne ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro, segretario della Democrazia Cristiana e più volte Presidente del Consiglio, rapito quasi due mesi prima dalle Brigate Rosse.
Alcune ore prima, nella notte, a Cinisi a due passi da Palermo un attentato mafioso uccideva Peppino Impastato, attivista che tramite la sua emittente Radio Aut denunciava il sistema tentacolare di Cosa Nostra nel Palermitano. Impastato venne rapito e ucciso e il suo corpo imbottito di tritolo.
Il terrorismo politico durò ancora alcuni anni, con gli omicidi del procuratore Emilio Alessandrini, dell’operaio Guido Rossa e del giornalista Walter Tobagi prima di essere definitivamente sconfitto a metà degli anni Ottanta. Il terrorismo mafioso fu invece più lungo, con diverse stragi ed omicidi, dai politici Piersanti Mattarella, Pio La Torre, il generale Carlo Alberto Della Chiesa, il sindacalista Franco Imposimato e tantissime persone innocenti fino alle devastanti stragi del 1992 che ebbero finalmente l’effetto di mobilitare l’opinione pubblica in massa contro le organizzazioni mafiose.