Sabato scorso, nel Convento dei Domenicani di Varazze, è stata presentata l’edizione dell’Epistolario di Santa Caterina da Siena a cura di Antonella Dejure dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo di Roma.
Dopo una breve introduzione storica sulla figura di Santa Caterina, la relatrice ha parlato del passaggio delle singole lettere all’epistolario, scritte nell’ultimo decennio della vita della santa (1370-1380), inviate ai regnanti che, in considerazione della grande fama di cui Caterina da Siena godeva già in vita, vennero trascritte per essere conservate.
Tra le raccolte dell’epoca, in particolare quelle degli anni appena successivi la sua morte, vanno ricordate quelle di Landoccio Pagliaresi, Stefano Maconi e Tommaso Caffarini.
Sono otto le lettere originali di Caterina da Siena conservate, una si trova presso i frati domenicani di Catania e le altre a Siena.
Sono sessantasette i manoscritti contenenti le lettere di Caterina noti ad oggi, il più importante di essi è conservato a Vienna.
L’edizione dell’Epistolario presentata a Varazze è promossa dall’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo di Roma con la collaborazione della Provincia Romana di Santa Caterina da Siena dell’Ordine dei Predicatori ed il coinvolgimento delle Università di Napoli, Siena e Torino.
Questa edizione non è un proseguimento dell’ultimo epistolario, realizzato nel 1940 da Eugenio Duprè Theseider, del quale venne pubblicato solamente il primo volume contenente ottantotto lettere ma è una nuova edizione, favorita dal fatto che i manoscritti attuali sono più numerosi di quelli conosciuti all’epoca.
L’uscita del primo volume, contenente la descrizione dei sessantasette codici e l’introduzione all’intero lavoro è prevista per l’estate prossima, nel 2021 dovrebbe seguire il secondo volume contenente settanta lettere.