Ricorrono i trent’anni di uno dei più gravi disastri marittimi che si sono verificati nel Mar Ligure, l’11 aprile del 1991 nel corso di una normale operazione di travaso di greggio dalla nave petroliera Haven, dalla stiva alla prua, avvenne una terribile esplosione che fece saltare letteralmente in aria la nave.
Il disastro avvenne nel tratto di mare compreso tra Voltri e Arenzano, le correnti della notte spinsero l’enorme chiazza di petrolio verso Cogoleto e successivamente Savona. La parte della nave che si distaccò, lunga ben 95 metri, andò a picco in profondità fino a 470 metri.
Il disastro causò immediatamente cinque vittime, bruciate vive dalle fiamme, due giorni dopo, il 13 aprile, si ebbero altre due esplosioni, distruggendo le cisterne rimaste intatte. Grazie alla prontezza della Marina Militare si riuscì fortunatamente a evitare un disastro dalle proporzioni peggiori.
Nella mattina del 14 aprile la petroliera sprofondò completamente con un esplosione davanti al Porto di Arenzano.
Il danno più consistente fu dal punto di vista ecologico: bruciarono 90 mila tonnellate di petrolio e circa mille di combustibile, mentre l’altra parte del carico è ancora oggi depositata nei fondali tra Genova e Savona.
La zona è stata più volte oggetto di bonifica, le ultime due grandi bonifiche del 2003 e del 2008 hanno completamente ripulito il tratto di costa.
La Haven fu una petroliera costruita nel 1973 a Cadice in Spagna, di proprietà della multinazionale statunitense Amoco nel 1988 venne ceduta agli armatori greci Lucas Ioannou e al figlio Stelios Ioannou, nel corso degli anni il suo relitto è diventato una meta imperdibile per tutti gli appassionati di subacquea e di esplorazione dei fondali marini.
