TITANIO SUL MONTE TARINE’, SI RIAPRE LA QUESTIONE

Ci risiamo, dopo pochi mesi di stop ritorna di nuovo alla ribalta la vicenda del titanio sul Monte Beigua e della richiesta da parte della CET, Compagnia Europea per il Titanio delle ricerche all’interno dell’area protetta del Parco.

La questione sta facendo discutere ormai da molti anni, si ritiene infatti, che all’interno dell’area protetta del Parco del Beigua si trovi uno dei più grandi giacimenti di titanio a livello mondiale. In particolare sembra che la maggior parte si trovi sotto il Monte Tarinè, con un quantitativo pari a 400 milioni di tonnellate di questo prezioso metallo.

Da tanti anni le compagnie estrattive internazionali hanno messo gli occhi su questo giacimento, trovandosi sempre di fronte però la strenua opposizione da parte dei residenti della zona e dell’Ente Parco del Beigua, il CET per contro ha più volte proposto alle Giunte Regionali che si sono susseguite nel corso degli anni di offrire dei diritti di estrazione milionari, trovando sempre una risposta contraria da parte della Regione Liguria.

Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria, si oppone alla scelta del permesso di ricerca concesso al CET, anche se questo è limitato alla metà esatta degli ettari interessati, in quanto avrebbe degli impatti negativi sull’area del Parco a seguito dell’apertura di attività minerarie. Legambiente, ha fatto presente il presidente Grammatico, è vicina ai cittadini che vivono e operano nel Parco del Beigua e si opporrà, con le modalità e nelle sedi opportune, a questo decreto.

Il titanio, metallo piuttosto raro in natura, viene impiegato soprattutto nell’industria aeronautica e spaziale, nonché per la fabbricazione delle casse degli orologi, negli impianti di dissalazione dell’acqua marina, per la fabbricazione di gemme artificiali, per produrre fumogeni e nei filtri solari.

Foto tratta dalla pagina Facebook “Salviamo il Monte Tarinè”

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