COLDIRETTI PIEMONTE, EXPORT ALIMENTARE IN CRISI A CAUSA DELLE BARRIERE DEI PAESI

Sono numerose le regole sanitarie e legali extra-europee che frenano l’esportazione

Coldiretti Piemonte lancia l’allarme riguardo alle barriere sanitarie e burocratiche che colpiscono il Made in Italy agroalimentare.

Nei primi otto mesi dell’anno, come emerso dall’analisi di Coldiretti Piemonte, si è verificato un aumento dell’otto per cento delle barriere all’esportazione dei prodotti Made in Italy, arrivando ad un valore record di oltre sessanta miliardi di Euro. La denuncia è emersa in occasione della giornata conclusiva del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, che ha visto la partecipazione del Presidente di Coldiretti Piemonte, Cristina Brizzolari e della delegata di Giovani Impresa Piemonte, Claudia Roggero, membro dell’esecutivo nazionale.

Il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, ha spiegato: “Spesso le esportazioni nazionali sono ostacolate da blocchi e misure restrittive che ufficialmente vengono giustificati dal rischio della diffusione di malattie e parassiti delle piante, ma che invece coprono politiche protezionistiche. Si tratta di una vera e propria guerra commerciale sommersa che nasconde spesso la volontà di difendere degli interessi locali per aggirare anche accordi internazionali sul libero scambio”.

Tra i prodotti piemontesi che vengono rifiutati all’estero a causa delle regole in vigore, da segnalare i kiwi in Giappone e in Thailandia, le mele in Cile, Perù, Messico e Cina e le pere in Thailandia, le fragole in Messico e le susine in Brasile, malgrado l’accordo firmato dall’Unione Europea per il libero scambio con il Mercosur. Alle barriere fitosanitarie si aggiungono poi i numerosi ostacoli burocratici specialmente negli Stati Uniti e in Cina, Coldiretti spinge per un intervento sulle Ambasciate, introducendo nella valutazione i principi legati ai risultati commerciali.

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