ROBERTO E ORFEO, A VARAZZE UNA BELLA STORIA DI AMICIZIA UOMO-ANIMALE

Luigi Spiota ci racconta la storia del piccione Orfeo salvato dall’edicolante Roberto

Da Varazze un bel racconto di amicizia tra uomini e animali scritto da Luigi Spiota, che ci parla dell’edicolante del Lungomare e del piccione Orfeo, salvato dalle reti dei pescatori e diventato ormai un nuovo amico per l’edicolante Roberto.

L’altro giorno sono passato dall’amico Roberto per acquistare il giornale nella sua edicola al termine di Viale Nazioni Unite di Varazze e lo trovo che gigiona con un piccione appoggiato sul fianco della guardiola. Vedendomi senza parole, mi anticipa:

«E’ atterrato qui qualche giorno fa, chiaramente in difficoltà. Saltellava a fatica a causa delle zampe legate da un torciglione di fili da pesca, forse racimolato scavando in qualche spiaggia o cercando di becchettare qualcosa nelle barche dei pescatori ormeggiate al porto. Era così stanco che per fermarsi davanti a me si lasciava cadere di lato, sfinito. L’ho raccolto con cura ed in pochi minuti gli ho liberato le zampe dal legaccio.»

«Si è lasciato prendere così, facilmente?” gli chiedo stupito.

«Come se me lo avesse chiesto per essere aiutato. Appena si è reso conto di non avere più le zampe legate è impazzito. Da sfinito che era, aveva iniziato a volare disegnando ricami in cielo, salendo, scendendo, saettando come un folletto avanti e indietro.»

«Impazzito di felicità, grazie a te.»

«Così felice che ne ha trasmesso un poco anche a me. Non solo. Al termine delle sue performances è piombato qui, davanti a me, saltellandomi intorno, attento ad ogni mossa che facevo. Ho allungato il dito e me lo ha graziosamente picchettato con il becco. Gli ho messo davanti una vecchia pigna che da anni tenevo come fermacarte, avendo cura di spezzettarla per offrirgli la parte interna, su cui si è avventato come l’affamato che avevo supposto che fosse. E adesso è sempre qui, appollaiato mentre segue ogni cosa che faccio. Al mattino, quando apro l’edicola, è già qui e non aspetta altro che apra la guardiola per piazzarsi proprio davanti. L’ho chiamato “Orfeo” e pare che gli piaccia, perché ogni volta che lo chiamo così corre qui dritto come un fulmine.»

«Ti sei guadagnato un amico» gli dico, mentre accarezza con estrema delicatezza il capino ed il becco di Orfeo.

«Da qualche giorno gli offro due cucchiate di becchime al mattino ed al pomeriggio, con ciò conquistandolo definitivamente.»

«Credo proprio di sì» gli dico»

«Anch’io» mi conferma mentre lo guarda con dolcezza. «E ne sono contento. L’edicola è cambiata da quando c’è lui qui con me.»

Luigi Spiota

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