MAGAZINE ZONA 30 – TANTI MALABROCCA UN SOLO (E UNICO) GUIDO FODDIS

La rubrica settimanale di Claudio Cheirasco dedicata alla mobilità sostenibile ci parla del Festival del Ciclista Lento di Ferrara

Un nuovo appuntamento con la rubrica settimanale Zona 30 di Claudio Cheirasco dedicata alla mobilità sostenibile che ci parla questa volta della settima edizione del Festival del Ciclista Lento di Ferrara città che, già nei primi anni Novanta, ha creduto nelle due ruote come mezzo di trasporto urbano diventando la “Città italiana delle biciclette”.

Buongiorno e buona settimana a tutti,

l’ultimo fine settimana di ottobre c’è stato il Festival del Ciclista Lento, giunto quest’anno alla settima edizione.

Emblematico il fatto che questo particolare festival sia nato a Ferrara, la città che a partire dagli anni Novanta del secolo scorso ha creduto nella bicicletta come mezzo di trasporto urbano, autoproclamandosi “Città italiana delle biciclette” e iniziando a realizzare infrastrutture per facilitare la mobilità attiva. Oggi a Ferrara si contano 150 chilometri di piste ciclabili e quasi un terzo dei ferraresi utilizza quotidianamente la bicicletta.

Patron della manifestazione è Guido Foddis, ideatore e curatore del festival che per un intero fine settimana, dal venerdì sera alla domenica, vede protagoniste le “schiappe a pedali”. Come osserva lo stesso Foddis: “Di festival che celebrano il ciclismo se ne contano centinaia ogni anno lungo tutta la Penisola, ma solo a Ferrara è la componente umana a diventare protagonista”. Non stupisce che ad ogni nuova edizione aumenti il numero dei partecipanti e degli sponsor.

Spalla storica della manifestazione è il giornalista e scrittore Marco Pastonesi, che per tutte e sette le edizioni ha arricchito il “Festival del Ciclista Lento” con le sue “storie a pedali”.

Quest’anno gli ospiti eccellenti sono stati il ferrarese Massimiliano Duran, campione di boxe, che ha dialogato con Marco Pastonesi durante la presentazione del libro “Rocky Marciano blues”, avvenuta al circolo la Casona nella serata di apertura. Sabato è stata la volta di Sara Segantin, comunicatrice scientifica e attivista per l’ambiente, che ha accompagnato i ciclisti lenti per le vie di Ferrara durante “La Pedalata più lenta del Mondo: 5 km in 5 ore“ di sabato, un’occasione per visitare a ritmo lento la città estense, anche dal punto di vista turistico-mangereccio, e presentare tantissime realtà che vedono nella bicicletta un mezzo di riscatto, inclusione e conoscenza. Domenica, poi, è stata la volta di Gianni Bugno, indimenticato campione di ciclismo, che ha pedalato a fianco dei “lumaconi” per 60 chilometri lungo l’agro ferrarese per la “Granfondo del Merendone”.

Caratteristica del Festival del Ciclista lento è la premiazione degli ultimi arrivati, sia alla “5 km in 5 ore” che alla “Granfondo del merendone”, con un vero e proprio albo d’oro. Per questo madrina della manifestazione è da sempre Serena Malabrocca, nipote d’arte di Luigi Malabrocca, maglia nera per eccellenza del Giro d’Italia.

Quest’anno l’omaggio alla maglia nera è stato portato anche da due realtà che a lui si ispirano: la FIAB Tortona sezione Malabrocca e la Brigata Malabrocca ASD. Dopo più di cent’anni la storia di “Luisin” continua ad ispirare coloro che esaltano la lentezza in bicicletta come una forma di resistenza alla dittatura della velocità. Non a caso il motto del Festival ferrarese è “Beati gli ultimi, che la vita sanno goder”.

Claudio Cheirasco

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