MAGAZINE ZONA 30 – COME STA ANDANDO L’ESPERIMENTO DI BOLOGNA?

La rubrica settimanale di Claudio Cheirasco sulla mobilità sostenibile ci parla della sperimentazione in corso a Bologna che segue quella di Olbia

Un nuovo appuntamento con la rubrica settimanale “Zona 30” di Claudio Cheirasco dedicata alla mobilità sostenibile che ci parla dell’esperimento che ha preso il via a Bologna che ha suscitato alcune polemiche anche da parte di vip del capoluogo felsineo come il cantautore Francesco Guccini ma che è già stata sperimentata nella più piccola Olbia

Buongiorno e buona settimana a tutti,

la scorsa volta abbiamo dato la notizia che Bologna sarebbe diventata la prima città capoluogo italiana ad adottare il provvedimento “città 30”, vale a dire la riduzione della velocità delle auto a 30 km/h su buona parte del territorio comunale, ad eccezione di alcune arterie di scorrimento principali, che rimangono col limite a 50 km/h.

Provvedimento, quello della città 30, che in paesi più attenti alla qualità della vita dei loro cittadini è già Legge Nazionale da qualche anno, mentre qui da noi in Italia è delegato al coraggio dei sindaci.

Coraggio che il sindaco Matteo Lepore ha avuto e chein sei mesi farà di Bologna la prima città 30 tra le grandi città italiane. Per ora la fase è transitoria, sarà operativa a partire da gennaio 2024.

Prima di Bologna una sola altra città in Italia è diventata città con limite a 30 km orari. Questa città è Olbia, in Sardegna. Anche ad Olbia non si è partiti subito con le contravvenzioni, qui il periodo di transizione è durato addirittura un anno, dal giugno 2021 al giugno 2022, periodo in cui il sindaco Settimo Nizzi è stato rieletto dai suoi cittadini, che tutto sommato hanno premiato l’idea, anche se si rendono conto che non è di facile attuazione.

Quindi politicamente la scelta è vincente. Anche all’estero i sindaci che hanno avuto il coraggio di riplasmare la propria città, dando alle persone la possibilità di muoversi di più a piedi o in bicicletta, sono stati politicamente premiati. Chi segue questa rubrica già lo sa.

Quindi tutto bene, direte voi: Bologna è ora città 30, farà i passi necessari per far sì che al più presto il cambiamento morfologico e culturale si realizzi e Bologna diventi ancor più vivibile di prima.

Si, questo è quello che succederà, ma per adesso il Sindaco Lepore deve fare i conti con le opposizioni. Ce li ha tutti contro: Fratelli d’Italia si sta prodigando con una raccolta firme, la Lega propone addirittura un referendum, mentre Italia Viva si lamenta di non essere stata ascoltata quando, in maggioranza, aveva proposto un tavolo di confronto per discutere bene la questione.

Anche Francesco Guccini è stato coinvolto, io penso suo malgrado, nella bagarre. In un’intervista al Corriere della Sera, da lui rilasciata per altre questioni che riguardavano la memoria, gli è stata fatta una domanda su cosa ne pensasse di Bologna città 30. Lui ha risposto che non è patentato e che quindi ha fatto una prova con sua moglie Raffaella. Il risultato a cui sono giunti è che non si riesca ad andare così piano.

Le parole del cantautore modenese sono state riprese da molte testate, fino ad arrivare a quelle vicine al centrodestra, che perentorie hanno affermato che finanche Guccini fosse contro la decisione del PD, tipica dellle “città rosse”, ignorando completamente il fatto che ad Olbia, la decisione di abbassare il limite è a 30 km/h, sia stata presa da una Giunta di centrodestra e che quindi Olbia non si possa propriamente definire “città rossa”… W l’Italia!

Claudio Cheirasco

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