CROCE VERDE ARQUATESE, PARLA IL NUOVO PRESIDENTE MARCO LECHNER

Rinnovare l’attività attraverso i giovani l’obiettivo del neoeletto Presidente della Pubblica Assistenza

La Croce Verde Arquatese realtà indispensabile per  tutti, è oggi molto di più  di una Pubblica Assistenza. Lo chiediamo al nuovo presidente Marco Lechner, con il quale abbiamo scambiato quattro  chiacchiere.

Quali sono i numeri della Croce Verde Arquatese?

I volontari sono 110, ma in realtà il grosso lavoro è svolto da circa 40 militi. 2888 sono stati i servizi svolti, di cui 906  di supporto al 118 per le emergenze sanitarie, 256 dialisi, 380 estemporanei, 627 trasporti privati, solo per citarne alcuni. A questi vanno sommati assistenza gare ( In campo sportivo Juventus), manifestazioni, servizio interno e altro, per un totale di 112.000 km percorsi.

Come siete strutturati?

Abbiamo tre ambulanze, tre autodisabili, due autovetture normali.  Purtroppo sono aumentate le problematiche, meno volontari e più richieste. Copriamo una zona molto ampia, che va dalla Valle Spinti alla Val Borbera. La nostra Croce è l’unica che garantisce il servizio notturno, a fronte della presenza saltuaria delle altre.

Quali i nuovi servizi che intendete introdurre per attrarre nuovi volontari?

Il nuovo Consiglio, composto da persone di grande esperienza, non solo associativa, è già al lavoro per elaborare la nuova programmazione, mirata a rilanciare sempre più la centralità del ruolo dei volontari,ossatura attorno a cui  gira la Pubblica Assistenza e dei collaboratori, a complemento di un’organizzazione in piena sintonia. Un ruolo importante lo avranno i  giovani al fine di incentivare  fra i coetanei l’associazionismo come  esperienza di cittadinanza attiva. Intendiamo creare un gruppo che promuova attività sportive. Ricordo che da 16 anni si può diventare militi. Naturalmente serve tanto impegno da parte di tutti, sicuramente i nostro come dirigenti e volontari è assicurato, ma abbiamo anche bisogno dell’aiuto delle Istituzioni politiche ed economiche del territorio. Tutti insieme possiamo fare in modo che la C.V.A. diventi ancor più strutturata, moderna e in piena sintonia con il territorio.

Quale il suo auspicio per il prossimo futuro?

Far conoscere sempre più l’Associazione, anche attraverso “open day”, come è già stato fatto nell’ottobre scorso, al fine di implementare ogni possibile rapporto,collaborazione, interazione con tutti coloro che potenzialmente potrebbero dare il loro contibuto al nostro sodalizio. Oggi senza il volontariato il servizio sanitario sarebbe un dramma!

M.P.

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