Varazze celebra con la leggendaria impresa del navigatore Lanzarotto Malocello, il primo scopritore delle Isole Canarie, con la nona edizione del Lanzarottus Day, che si terrà nella giornata di sabato e che coinvolgerà l’intera cittadina, l’associazionismo, le scuole e tantissimi cittadini e turisti.
Come avviene fin dal 2012 Varazze ricorda il suo celebre concittadino, l’iniziativa nacque grazie all’avvocato Alfonso Licata, storico e autore del libro “Lanzarotto Malocello dall’Italia alle Canarie”, presidente del Comitato Lanzarotto Malocello internazionale, costituitosi nel 2009.
Il Lanzarottus Day è organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Varazze che si avvale della collaborazione dell’associazione culturale locale U Campanin Russu, dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia Gruppo di Varazze e della Lega Navale Italiana di Varazze.
Quest’anno l’Associazione Amici Museo del Mare di Varazze, con il supporto della Direzione della Marina di Varazze, dell’Associazione Artisti Varazzesi e del Comitato Lanzarotto Malocello insieme all’associazionismo locale hanno promosso e istituito borse di studio per ricordare l’impresa del grande navigatore.
Il programma vedrà l’inaugurazione della cerimonia con l’intervento delle autorità locali, dei rappresentanti dell’associazionismo locale, della madrina di quest’anno Marcella Ercoli presidente del Varazze Club Nautico e del testimonial di quest’anno Piero Spotorno, presidente di Televarazze.
Seguiranno la consegna degli attestati firmati dal Sindaco e dagli assessori allo sport e alla cultura, la consegna della Borsa di Studio, ideata dall’Associazione Albergatori Varazze che andrà alla classe 2A della Scuola secondaria di primo grado Fabrizio De Andrè.
Saranno consegnati gli attestati e una copia del libro dell’avvocato Alfonso Licata alle coppie vincitrici del raduno di pesca “Pesca in amicizia sulle orme di Lanzarotto Malocello” organizzato dall’Associazione Pesca Sportiva Dilettantistica e “Pesca alla lampuga” organizzato dal Gruppo Pesca Sportiva della locale Lega Navale Italiana, concluderà il tutto un rinfresco augurale offerto dagli organizzatori.
Si terrà domani alle ore 11 a Palazzo Robellini di Acqui Terme la conferenza stampa per l’edizione di quest’anno di Acqui Wine Days, la tre giorni interamente dedicata al mondo del vino promossa dal Comune di Acqui Terme e dal Consorzio Tutela Vini d’Acqui.
La manifestazione vedrà un programma molto ricco, diviso tra dibattiti, degustazioni di vini, serate gastronomiche, mostre, eventi e promozione del territorio.
I dibattiti si terranno nella cornice di Villa Ottolenghi il 25 settembre alle ore 11 con il workshop “Le bollicine e i vini in rosa” ed il 26 settembre alle ore 18 con la presentazione di “Il tartufo d’Alba del Monferrato”.
La degustazione di vini e mixology con Brachetto d’Acqui e Acqui Docg si terranno venerdì 25 dalle ore 18 alle ore 24, sabato 26 dalle ore 11 all’una di notte e domenica 27 dalle ore 10 alle ore 22 nel Brachetto Wine Lounge di Piazza Italia.
I cibi del Monferrato si potranno gustare presso i locali e i ristoranti di Acqui che proporranno degli apericena a tema.
Numerosi gli eventi collaterali alla manifestazione, sabato 26 il concerto Acqui in Banda in forma di marchin band con la CMR Drum Line, la Notte in Rosè nella serata di sabato dalle ore 18 alle 2 di notte, una serie di eventi e shopping in Piazza Bollente e nelle vie cittadine, Cena in Rosè e concerto alle ore 19 a Villa Ottolenghi mentre domenica dalle ore 17 in Piazza Bollente il Rosè Carpet, la sfilata di moda e cena in rosè. Infine domenica alle ore 13 presso gli Archi Romani il Picnic Gourmet con Acqui Rosè.
Infine Acqui e-Bike, una serie di tour e degustazioni sulle bellissime colline del Monferrato, patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Troppo basso il prezzo delle nocciole, in particolare la varietà Tonda Gentile Trilobata, a quindici giorni dalla rilevazione del primo prezzo CIA Piemonte denuncia che questo, attestatosi a 6,80 Euro a punto resa è nettamente inferiore a quello dell’anno scorso, tra i 9 e i 12 Euro a fine campagna.
Gabriele Carenini, presidente regionale di CIA Piemonte spiega: “Il comparto corilicolo è di fondamentale importanza per la nostra agricoltura e gli investimenti stanno subendo un forte incremento negli ultimi anni. Il prezzo deve essere corrisposto tenendo conto principalmente delle proprietà e caratteristiche peculiari della nocciola Igp Piemonte che ci contraddistingue. Cia ritiene la quotazione di 300 euro/qle insoddisfacente, non remunerativa e disincentivante per i nostri produttori che affrontano costi di lavoro decisamente superiori ai mercati di Paesi quali la Turchia e la Georgia, per le quali sono corrisposti solamente pochi euro in meno rispetto alle nostre nocciole, con qualità senza pari. Auspicavamo che il prezzo di partenza potesse aumentare nel corso delle settimane in maniera rilevante, ma così non è stato. Cia esprime preoccupazione e ci rendiamo disponibili ad incontrare le parti coinvolte della filiera, cioè i trasformatori e l’industria insieme a noi rappresentanti di parte agricola, per trovare un accordo che possa valorizzare e rispettare il nostro lavoro. Facciamo appello per organizzare un Tavolo di concertazione, perché al più presto si sblocchi la situazione”.
Le produzioni di quest’anno sembrano attestarsi su valori inferiori a quanto pronosticato, la zona dell’Alta Langa ha subito un ritorno di freddo a fine marzo, addirittura sotto lo zero e questo ha penalizzato le produzioni.
I noccioleti migliori e in piena produzione hanno prodotto non più di 15 quintali ad ettaro, nelle zone con microclima particolare molte aziende non sono andate oltre i 10-12 quintali ad ettaro. Nella bassa Langa invece la produzione è stata ottima e stimata sui 25 quintali ad ettaro.
In Piemonte sono presenti circa 23 mila ettari di noccioleti ma di questi solo una parte è in piena produzione, ipotizzando circa 200 mila quintali all’anno.
La qualità è eccelsa perchè durante tutto l’anno non c’è stato il temuto problema del cimiciato.
Il prezzo attuale, sottolinea CIA Piemonte, è davvero al limite della sopravvivenza delle aziende agricole e la produzione avuta non è assolutamente remunerativa. Il nocciolo inoltre può avere problematiche di alternanza e per varie annate una produzione bassa quindi l’azienda deve programmare per almeno dieci anni.
Da diversi anni c’è una volontà di spingere l’industria ad incentivare le scelte di qualità, come appunto la Tonda Gentile, un eccellenza della produzione locale.
Ha preso il via oggi nella Gallery Malocello di Varazze, sede del Gruppo Artisti Varazzini, la mostra d’arte contemporanea di tre noti artisti: Adriana Podestà, Enrico e Francesco Masala.
La mostra rimarrà aperta tutti i giorni fino a domenica dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 con ingresso libero, la mostra ha il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Varazze.
Adriana Podestà, artista genovese, ha iniziato il suo percorso nel 2002 dipingendo ad olio e prediligendo lo stile figurativo. Ha ottenuto diversi premi e le sue opere sono presenti su cataloghi e sulla rivista d’arte Overart. Ha partecipato in mostre collettive in Italia e all’estero.
Enrico Masala è un’artista la cui pittura si avvicina al verismo neoclassico, con immagini di vita quotidiana, animali e scorci caratteristici. La sua nascita artistica è come orafo, allievo del celebre Giulio Sforza.
Francesco Masala si caratterizza per una pittura di notevole fascino, con paesaggi non limitati ma interpretati, con elementi architettonici che assumono movimenti inediti in composizioni potenti e instabili per lo scontrarsi e l’inclinarsi dei volumi.
Il grande giornalista sportivo Gianni Brera li definì come “i due carissimi nemici”. Un ossimoro pertinente per due amici e rivali, cavalieri in bicicletta in un conflitto eterno e leale.
Entrambi esplosero all’età di vent’anni ma tra di loro erano diversi, come il Polo nord e il Polo sud e proprio questo essere opposti li ha attirati l’uno all’altro. Per anni hanno combattuto battaglie di grande bellezza sulle due ruote, creando un’incredibile passione sportiva rimasta ancora oggi impressa nella memoria. Sfide combattute in un Italia e un Europa non ancora sgombre dalle macerie della guerra.
In questo libro Claudio Gregori, con una penna magistrale, riporta chilometro dopo chilometro Fausto Coppi e Gino Bartali nelle strade del presente, scrivendo un romanzo di intensa cronaca e descrivendo quella rivalità profondamente italiana che li ha uniti anche fuori dal ciclismo.
Claudio Gregori è stato inviato per la Gazzetta dello Sport dal 1986, ha seguito ventitrè Giri d’Italia, tre Tour de France, dodici Olimpiadi, cinque Mondiali di calcio, dieci Mondiali di nuoto, due di scherma e un Motomondiale. E’ autore di diversi libri sullo sport tra cui “Luigi Ganna – Il romanzo del primo vincitore del Giro d’Italia”, “Livio Berruti – Il romanzo di un campione e del suo tempo” e “La vita e le avventure di oni Bevilacqua”.
Grande successo sabato 12 settembre pomeriggio al Parco del Castello di Tortona per il campus di karate totalmente gratuito organizzato dal Tempio del Karate di Novi Ligure. La società ha sede a Novi Ligure ma i corsi si tengono a Novi Ligure, Tortona, Alessandria e da quest’anno anche a Cassano Spinola.
Tra gli istruttori della società c’è l’ex pluricampione italiano Luca Patelli ieri si trovava al campus di Tortona. Patelli, classe 1990, nel 2007 era stato eletto ‘Atleta dell’anno’.
“Siamo contenti di riuscire a ripartire dopo mesi e lo faremo con grande serietà – ha detto al termine l’istruttore Luca Patelli -. Oggi ho visto tanto entusiasmo e tanta voglia di ripartire da parte di tutti: grandi piccini e genitori. I ragazzi più grandi, addirittura, mi hanno chiesti quando inizieranno le competizioni dalla fame e voglia che hanno. Per quello purtroppo dovranno ancora aspettare”.
I corsi organizzati dalla società sportiva novese stanno per iniziare
“Per Alessandria e Tortona – prosegue Patelli – siamo ancora in via di definizione invece a Novi Ligure ripartiremo il 22 settembre alla palestra Martiri il martedì e giovedì dalle 17 alle 18:30 per i bambini e dalle 18:30 alle 20 per ragazzi e adulti. A Cassano, invece, partiremo mercoledì 16 nella palestra scolastica comunale dalle 17:30 alle 19:30”.
Il Tempio del Karate è stato vicino ai suoi atleti anche durante il periodo del lockdown.
“Durante il lockdown – conclude l’istruttore – siamo rimasti in contatto con i nostri ragazzi e consigliavamo loro di allenarsi davanti ad uno specchio”.
Più di una settimana fa, in concomitanza all’inizio della preparazione, la Federazione Italiana Pallavolo ha pubblicato i calendari ed il primo impegno nel girone A del campionato di serie B1 2020/21 per l’Arredo Frigo Valnegri Acqui Terme sarà sabato 7 novembre a Biella contro la stessa squadra con la quale avevano disputato l’ultima gara prima della sospensione legata all’emergenza Covid. In quell’occasione ad avere nettamente la meglio erano state le termali tra le mura amiche di Mombarone, tuttavia nel prossimo incontro entrambe le compagini saranno in parte rinnovate.
A fare il punto di come, a suo avviso, potrebbe essere il prossimo campionato di terza serie nazionale per la squadra da lui presieduta è la massima carica della Pallavolo Acqui Terme, Mario Valnegri. Il primo argomento affrontato è il roster che la società acquese ha costruito:
“A mio avviso abbiamo allestito un buon roster. Il meglio che potevamo fare in base alle nostre possibilità. La squadra credo che sia un mix di gioventù ed esperienza. Ci sono giocatrici molto valide che hanno giocato ad alti livelli, come ad esempio Michela Culiani che ha militato in varie società di serie B1 in giro per l’Italia figurando sempre molto bene, ma non solo. Sono fiducioso nelle potenzialità delle ragazze”
Parlando, invece, di come saranno le altre squadre del girone, non poteva mancare un commento sulle trasferte toscane anziché lombarde: “Sarà un campionato diverso! Faremo viaggi un po’ più lunghi però nel complesso sono contento perché dopo un po’ cambiare fa bene. Non ci scontreremo più con avversarie molto forti contro cui abbiamo giocato l’anno scorso, ma ci saranno queste toscane che non conosciamo e che attualmente sono un punto interrogativo. Se dovessi dire alcune compagini che potrebbero essere favorite – continua il presidente Valnegri – direi Empoli, che sembrerebbe sia forte, oppure Voltri che ha fatto un’ottima campagna acquisti, ma anche il Lilliput che ne viene da una buona stagione. In generale ci sono svariate squadre con grandi potenzialità, per questo credo che sarà un campionato molto competitivo ed equilibrato con pochissimi fanalini di coda.”
L’obiettivo rimane sempre quello di fare il meglio possibile.
“Per noi l’obiettivo è fare bene, magari meglio dell’anno scorso e non solo di puntare alla salvezza. Tuttavia nonostante al momento della sospensione fossimo all’ottavo posto, non si sa come poteva finire, quindi è difficile fare dei paragoni”
In conclusione: “Speriamo di fare un buon campionato e sono fiducioso che, con tutte le dovute misure, possa ritornare anche il pubblico nei palazzetti. Attendiamo le decisioni federali in merito nei prossimi protocolli”
Il formaggio di Montebore, produzione piccola ma di grande qualità che si sta facendo strada da qualche anno, prodotto con latte ovino e vaccino sulle alture del Giarolo, in particolare a Mongiardino Ligure e Dernice, inserito nei Presidi Slow Food è l’ingrediente di questo piatto, adatto per un pranzo o una cena importante o… per far colpo sulla propria metà.
INGREDIENTI PER LA FONDUTA DI MONTEBORE
250 grammi di Montebore
25 centilitri di latte
una noce di burro
un cucchiaio di farina
sale q.b.
PREPARAZIONE DELLA FONDUTA DI MONTEBORE
Impastate la noce di burro con un cucchiaino di farina, prendete un coccio di terracotta, fate cuocere a fuoco lento facendo scogliere il burro. Aggiungete il Montebore a pezzetti e cuocete lentamente per dieci minuti circa, aggiungete poi il sale quanto basta.
INGREDIENTI (dosi per 5 sformati da 180 grammi l’uno)
450 grammi di zucchine
2 uova fresche
80 grammi di ricotta vaccina
20 grammi di Pecorino grattugiato
20 grammi di olio extravergine di oliva
uno spicchio d’aglio
4 rametti di timo
sale q.b.
pepe q.b.
PREPARAZIONE
Per prima cosa lavate e spuntate le zucchine, affettandole a rondelle, prendete poi una padella e scaldate l’olio con uno spicchio d’aglio sbucciato e diviso a metà, quando l’aglio sarà dorato eliminatelo e unite le fettine di zucchine. Salate e fate saltare in padella per cinque minuti mescolando spesso, lasciate intiepidire le zucchine e mettetele poi in un mixer.
Aggiungete ora le uova, la ricotta, insaporite con il Pecorino grattugiato e aromatizzate con il timo.
Frullate poi tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo.
Prendete cinque stampini di medie dimensioni, imburrateli e foderateli con la carta da forno, ritagliando dei cerchi per il fondo e delle strisce per il bordo.
Riempite gli stampini con il composto di zucchine, trasferite il tutto in una teglia da forno, aggiungete dell’acqua e fate cuocere in forno statico preriscaldato a 160° per circa un’ora.
Una volta ultimata la cottura sfornate i tortini, lasciateli intiepidire, sformateli rovesciando la carta da forno, servite lo sformato di zucchine con la fonduta di Montebore calda.
La prima parte del racconto di Marina Salucci dal titolo Le stelle del presente, una storia d’amore con… l’amore che attrae sempre in ogni epoca!
Nella sera d’ottobre le stelle frizzavano chiare.
Lei pensava alla giornata nella baia, all’acqua del mare di cristallo, limpida limpida con le scaglie di sole. Un regalo fuori stagione.
Da sola.
Lui guardava i sacchetti di plastica stracolmi di cibarie e mercanzie. Il risultato di un giro al centro commerciale.
Da solo.
Lei guardò alla finestra e pensò che voleva essere un uccello dalle lunghe piume, per passare in mezzo alle stelle.
Lui si mise a sistemare gli oggetti che fuoriuscivano dai sacchetti, gli sembravano troppi e inutili, e pensava che era stato un pomeriggio da buttare.
Lei rispose con ritrosia al telefono che squillava e disse le solite cose alla solita amica. Mentre le diceva, e le arrivavano i soliti consigli, girava per casa e sistemava qualcosa qui e qualcos’altro là.
Lui telefonò al solito amico per non annegare e gli propose un’uscita serale. L’amico disse che purtroppo aveva un impegno. Si ritrovò con i sacchetti vuoti in mano e come un automa andò verso il secchio dell’immondizia, cavò fuori il sacchetto pieno, ne mise uno nuovo fiammante dentro.
Lei gettò via un fazzoletto di carta e vide che il sacchetto era pieno. Mentre pensava al mare limpido estrasse tutto e fece un bel nodo.
Lui si domandò perché era da solo, si guardò allo specchio e, come già sapeva, gli confermò che non era brutto, un sorriso accennato gli disse che poteva anche essere simpatico, e le esperienze lavorative lo confortavano con un buon quoziente intellettivo. Ma a che valeva. Tutto questo non riusciva a condividerlo.
Lei pensò che era un’altra sera da sola, e lo pensò con rassegnazione, e un sottile compiacimento per la tranquillità che l’aspettava. Certo, ogni tanto s’infiltrava la tristezza. Per quello che avrebbe potuto essere e non era. Inevitabile.
Mentre passava davanti allo specchio con il sacchetto in mano vide il suo viso e le parve bello, forse più che bello interessante, sì, decisamente interessante, ma chi poteva interessare se passava le sere lì dentro, con la coperta sul divano…
Lui prese il sacchetto, e si avviò fuori in ciabatte, tanto a quell’ora non c’era nessuno, pensò ad un altro amico ma poi si sentì ridicolo, dare fondo a tutta l’agenda, si sentì ridicolo anche ad avere comprato tutta quella roba, eppure per un attimo aveva placato il vuoto, il grande vuoto…
Lei uscì fuori con la tuta, così come era in casa, sulla pelle ancora il ricordo dell’acqua chiara, e intanto camminava verso il grande cassone pieno di rifiuti. Si girò a nord, cercò l’Orsa e la vide, bassa e pallida, poco sopra di lei.
Lui si accorse di lei quando il rumore del portone che si chiudeva lo richiamò dalla tristezza alla realtà. Una sera di ottobre periferico, silente già alle otto di sera.
Lei si accorse di lui mentre si voltò dall’Orsa al cassonetto. C’era un gatto che si aggirava, bianco, lento, nella strada deserta.
Lui ebbe un attimo d’esitazione a continuare verso la meta, perché voleva dire farsi vedere in ciabatte da quella vicina con cui non aveva nessuna confidenza. Ma constatò subito che non c’era alternativa.
Avanzò nella luce fioca delle lampade arancioni.
Lei gestì bene il suo disagio nel prendere consapevolezza di una macchia di sugo sulla tuta e camminò fino alla pancia metallica a ruote, ricolma e strapiena di pacchi, debordante di bucce di frutta e fondi di caffè. Vado e butto, della macchia chi se ne frega. Del resto anche lui è in ciabatte, notò.
Lui arrivò per primo, fece il fatidico gesto col piede, e la grande pancia si aprì. Ma non c’era un buco libero manco a pagarlo, dove avrebbe buttato quel pacco immondo, non sapeva, eppure voleva far presto perché lei stava arrivandogli addosso.
Eccola già lì: si fermò ad aspettare che lui risolvesse il suo problema, capendo che dopo le sarebbe toccato di fare altrettanto, magari l’avrebbe depositato a lato se non c’era alternativa, mica aveva voglia di mettersi a pressare spazzatura.
Lui continuava, lei era lì ferma.
Lui capì che qualcosa doveva pur dire, e disse:- Mi scusi, ma non si sa dove metterlo.
Mentre parlava la guardò e ne vide gli occhi celesti, dove andavano a finire i riflessi della luce arancione. Pensò ai pacchi che aveva ammassato, e vicini a quegli occhi cielo-lampada gli davano una fitta allo stomaco.
-Si figuri, disse lei, faccia pure, non ho fretta.
Lui si diede da fare e riuscì a infilare il suo carico… E ora?
Certamente doveva aiutarla, certamente…
-La posso aiutare, dia a me, ormai mi sono sporcato le mani…
-Grazie, disse lei e lo guardò con lo stesso stupore con cui guardava le stelle e gli uccelli dalle lunghe piume. Era un uomo, era carino, era gentile, le prestava attenzione. Uscito fuori dal cappello di una sera che non aveva mai promesso nulla.
Lui si mise ad armeggiare e mentre pigiava nella grande pancia gli prese una certa smania, pensava devo dire qualcosa, qualcosa devo ben tirar fuori, altrimenti la conversazione cade, qualsiasi cosa ma la conversazione non deve cadere, voleva parlare con quella donna, quella donna dagli occhi cielo-lampada.
Il pacco entrò nel cassonetto.
Lei ringraziò, lui si sfregò le mani.
-Fa ancora caldo, disse, per essere ottobre, vero?
Sapeva di aver detto una banalità, ma non gli era sovvenuto altro.
Anche lei se ne accorse, ma capì che quell’uomo aveva voglia di parlare con lei, e questo le piaceva. Ma non avrebbe replicato con qualcosa di banale.
-Certo, e guardi, guardi che stelle stasera, pare che il caldo non le sfiori neppure…
Lui rimase a sentire l’eco di quelle parole. Le stelle. Aveva parlato di stelle.
Un conto è dire che fa caldo, decisamente un altro conto è parlare di stelle, ergersi fin lassù, in alto nel cielo.
Pareva avere coraggio, quella donna cielo-lampada.
-E’ vero, ci sono stelle bellissime, in queste sere mi incanto a guardarle. Piace anche a lei?
-Moltissimo, rispose, pensi che ho fatto anche un campo astronomico.
Lui allora prese a far domande, sul luogo, sulle stelle, e su quel che gli veniva in mente, in modo che il loro dialogo si intrecciasse ancora nell’aria, senza finire e cadere a terra, altrimenti era la fine, altrimenti le parole si sarebbero mescolate alle bucce di frutta al suolo, e loro due di nuovo chiusi in casa… Voleva ancora quelle parole perché gli facevano dimenticare le provviste del centro commerciale, che potevano sfamarlo per un mese, la casa zeppa d’inutilerie, e il vuoto, il vuoto che era dentro, più grande della pancia metallica. Ora c’era davanti a lui una persona viva, piena di stelle, e stavano parlando.
Il gatto bianco era ancora lì, si strofinò nelle gambe di lei coperte dalla tuta pervinca, e non se ne andava.
Lei si chinò a farle una carezza.
Lui fu per un attimo indeciso se passare dalle stelle ai gatti, ma non gli parve una buona idea.
-Ah, che meraviglia, mi è sempre piaciuto fare un campo astronomico, ma non ho mai avuto l’occasione. Io guardo il cielo dalla mia finestra, dall’altro lato, dove non ci sono luci e qualcosa si riesce a vedere.
La guardò e sorrise. Vicino a lei le sporte del centro commerciale erano diventate tutte vuote. E gli pareva che si potessero riempire di stelle.
Anche lei sorrise. Quell’uomo aveva uno sguardo fondo, uno sguardo sincero.
-Che fortuna, disse, io non ho nessun vano dall’altro lato. Tutti di qui, con questo ponte gigante, con queste lampade gialle, buone solo per i pipistrelli. E per qualche gatto temerario.
Lui rise, lei rise anche e intanto pensava che bello se mi invitasse su da lui, dall’altro lato del palazzo, in mezzo alle stelle, eviterei di pensar d’essere un uccello dalle lunghe piume, sei in ciabatte ma hai un sorriso ricco di emozioni, uomo… se mi invitassi…
Lui guardò il ponte altissimo, con lunghi tentacoli che da tempo si erano abbarbicati alla città, e le lampade gialle. Capì che doveva osare, altrimenti la serata sarebbe stata un enorme sacchetto di nylon frusciante. Altrimenti il giorno dopo sarebbe stato nuovamente un grande contenitore di merci. E i ponti avrebbero invaso tutta la città con il loro cemento aggressivo.
-Magari… magari se le fa piacere, se crede… potrebbe venire a vedere, magari uno di questi giorni…
Lei lo guardò quasi divertita. Era così teneramente goffo, così tranquillizzante…E la solitudine da tempo la copriva come un velo sottile.
-Beh, di giorno le stelle non si vedono.
-Ah, rise lui, che sciocco, ma certamente, facciamo una di queste sere, anzi… anzi.. perché non viene ora, magari prendiamo un caffè?
Lei rispose:- Beh, perché no, un caffè e due stelle, e la battuta le piacque.
Lui aggiunse con gli occhi che gli brillavano: Ah, ne vedrà ben di più, ho anche il telescopio, e cominciò a fare strada.
Lei disse: Io mi andrei a cambiare la tuta, ho notato che…
Lui propose:- Le prometto che non mi cambierò le ciabatte se lei non si toglierà la tuta.
Incontrare Manuela Bruzzone, presidente della Polisportiva Torriglia 1977, è sempre un piacere; in carica da due anni, la Bruzzone hà sempre avuto le idee chiare e non si è mai tirata indietro nelle difficoltà; a sette giorni dal debutto in coppa Liguria e a quasi un mese dal campionato il presidente dei biancoblu’ fa il bilancio della campagna estiva: “ Io sono molto soddisfatta del mercato, sono arrivati giocatori validi e volenterosi, penso ad esempio a Mangiatordi e a Stefanati, due giocatori di livello; a mio avviso abbiamo una rosa con un buon livello tecnico e possiamo fare un buon campionato di prima categoria”.
“ Per un buon campionato intende forse dire che avete mire da play-off?”
“ Innanzitutto il primo step è raggiungere la salvezza nel tempo piu’ rapido possibile, se poi ci fosse l’opportunità perché non tentare il colpo grosso, anche se l’obiettivo piu’ giusto ora è quello di arrivare a metà classifica”.
“Fabian Lamuedra, il neo tecnico, potrebbe rientrare in un progetto a lungo termine?”.
“ Guardi, le confesso una cosa; essendo appassionata di calcio inglese hò sempre in mente il Manchester United e il rapporto con mister Ferguson; il paragone potrebbe forse essere troppo forte però il Torriglia, indipendentemente dai risultati, lascia sempre la porta aperta, mister Lamuedra è un tecnico molto valido, sa capire i giocatori e sa leggere le partite in chiave tattica, se potessimo aprire un ciclo con lui sarebbe molto bello; Torriglia è una piazza importante e merita una categoria importante, anzi, le dirò di piu’”.
“Ovvero?”.
“ Ricopro il ruolo di presidente da due anni, quello che mi rende piu’ orgogliosa è provare gioia nel vedere la soddisfazione nei ragazzi; il Torriglia punta a far divertire i propri giovani, siamo come una grande famiglia, qui da noi i giocatori sono valorizzati e non sono semplicemente dei numeri; le mie aspettative sono quelle di far vivere questa Polisportiva e di raggiungere sempre obiettivi migliori”.
“ Cosa pensa se le dico 2022?”
“ Tra due anni festeggeremo il quarantacinquesimo anno della nascita, tra di noi ci sono ancora i fondatori, vorremmo festeggiarlo restando ancora in prima categoria per poi regalare ai nostri tifosi il salto in Promozione”.
“ Un aggettivo per il Torriglia 2020/21?”
“ Direi caparbio, mai arrendevole”.
“ Come lei presidente..”
“ Certo, io le difficoltà le affronto”
“Una promessa ai tifosi ?”
“Ai tifosi dico: veniteci a seguire, hò l’impressione che faremo qualcosa di importante..”
BRUZZONE E LA COPPA: “ VOGLIAMO PASSARE”
Il sorteggio di coppa Liguria mette di fronte ai biancocelesti di mister Lamuedra, nel gruppo dodici, la neopromossa Apparizione e il S. Desiderio; Manuela Bruzzone sulla coppa è chiara: “ Noi del Torriglia la coppa Liguria non la vogliamo snobbare, anzi, l’intenzione è quella di passare il turno, ci stiamo allenando intensamente per arrivare al debutto stagionale (20 settembre) e sono sicura che se giocheremo con la grinta che infonde mister Lamuedra vinceremo entrambe le sfide”.
Cari lettori, cosa vi siete persi se non avete mai assaggiato un canestrello di Torriglia…
Senza citare pasticcerie varie del posto vi dico subito che le varietà non mancano; canestrelli classici, al cacao, integrali, canestrelli ricoperti col cioccolato bianco, con quello nero, al castagno; solo a pensarci ingrasso di un chilo, ma da quest’anno, oltre ai canestrelli, sempre di moda in ogni stagione, c’è un’altra specialità qui a Torriglia; non è da mangiare, o per lo meno, la si potrà mangiare con gli occhi.
Il tango di mister Lamuedra hà qualcosa di affasciante, come una giovane donna, seducente, che sa di piacere e incanta la platea.
Il Torriglia 2020/21 è la fusione tra canestrelli, sublimi al palato, e il tango, passionale e vincente; si può aprire un ciclo a patto che tutto il paese si stringa attorno alla sua squadra, le stia vicino; tra due anni c’è una ricorrenza storica da festeggiare, vorremmo vedere ancora sulla panchina biancoceleste il tecnico italo-argentino; i canestrelli hanno fatto la storia dolciaria di Torriglia, il buon Lamuedra potrebbe fare quella calcistica.