SULLE ETICHETTE DELLA PASTA RIMARRA’ L’INDICAZIONE DI PROVENIENZA DEL GRANO

La soddisfazione di Coldiretti Cuneo per la sentenza del TAR che ha confermato il Decreto del 2017

Grande soddisfazione da parte di Coldiretti dopo la sentenza del TAR che ha respinto i ricorsi di alcune industrie riguardo all’imposizione ai produttori di pasta di indicare sull’etichetta la nazione di coltivazione del grano e quella di molitura.

Coldiretti Cuneo ha spiegato che è salva l’etichetta che a seguito del Decreto del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero dello Sviluppo Economico del 2017 impone alle aziende che producono pasta di indicare, sull’etichetta, la provenienza del grano e la nazione di molitura. Secondo un recente sondaggio fatto proprio da Codiretti la quasi totalità dei Consumatori, ben il novantasei per cento, era a favore dell’etichetta informativa, in grado di garantire un’informazione completa e trasparente, funzionale ad una scelta libera e consapevole.

Il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, ha spiegato: “L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della nostra Organizzazione, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta. In questo modo si garantisce trasparenza sulla reale origine dei prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa ¾ della spesa, ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini. Il Decreto prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia debbano indicare il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura; se proviene o è stato molito in più Paesi possono essere utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi non UE, Paesi UE e non UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si può usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

Il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu ha aggiunto: “L’Italia, in quanto leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’UE poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei. Una battaglia che si affianca a quella contro i cibi sintetici, dalla carne al latte”.

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Pubblicato da limontenews

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