L’ALLARME DI COLDIRETTI PER L’AUMENTO DEI COSTI, L’AGRICOLTURA DEVE TORNARE CENTRALE

L’allarme di Coldiretti sull’aumento dei prezzi delle materie prime che, dall’inizio dell’anno, hanno visto un rincaro medio del 23 per cento, una situazione che rischia di causare gravi carestie nei paesi poveri e inflazione e aumento dell’indigenza in quelli ricchi.

A trascinare il rincaro sono i prezzi internazionali dei cereali, a causa, soprattutto, del conflitto tra Russia e Ucraina, cresciuti del 27,6 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, così come i prodotti lattiero-caseari cresciuti del 24,9 per cento, aumento del 12,6 per cento per quanto riguarda la carne e dell’8,9 per cento per lo zucchero, ma il record va ai grassi vegetali, che hanno visto un aumento del 34,3 per cento rispetto allo scorso anno. L’aumento dei prezzi è causato dal mix fra gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina e le previsioni sul calo del raccolto di cereali in Europa, che, il prossimo anno, sarà inferiore di oltre il due per cento di quello di quest’anno a causa della siccità. A rischiare maggiormente, però, sono quei cinquantatré paesi dove la popolazione spende oltre il sessanta per cento del suo reddito per l’alimentazione e che stanno risentendo in maniera devastante dell’aumento dei prezzi.

Il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, ha spiegato: “Una situazione che ha alimentato la speculazione, tanto che, mentre i prezzi al dettaglio crescono, ai nostri imprenditori non viene aumentata la remunerazione. L’emergenza sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime. Il settore agricolo nazionale, che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come il nostro che è fortemente deficitario in alcuni settori, ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities. Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere l’Italia il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei. Nell’immediato occorre salvare le aziende da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità. Nella Granda, insieme al Consorzio Agrario del Nord-Ovest abbiamo lanciato il progetto di filiera Gran Piemonte, tramite il quale sono già stati seminati nel cuneese oltre 4.000 ettari, volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti”.

Pubblicato da limontenews

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