
Terzo appuntamento con la nuova rubrica estiva Personaggi, che vi porta alla scoperta della biografia e delle storie delle personalità contemporanee che hanno reso famoso il nostro territorio. Dopo aver parlato di sport con Lella Lombardi e di scienza con Franco Malerba oggi andiamo nel mondo della musica leggera parlandovi del tortonese Luigi Albertelli, uno dei più importanti parolieri della canzone italiana.
Nel marzo dello scorso anno, purtroppo, a causa dei postumi di una caduta in casa, ci lasciò all’età di ottantasette anni Luigi Albertelli, un nome che forse ci rimandava poco ad un volto ma sicuramente sentito da tutti quanti almeno una volta nella vita. Luigi Albertelli era nato a Tortona il 21 giugno del 1934 da una famiglia di origine emiliana, da giovanissimo praticò l’atletica leggera, arrivando addirittura a vestire la maglia della Nazionale Italiana. Smesso con lo sport iniziò, all’età di poco meno di trent’anni, a dedicarsi alla scrittura di canzoni, intraprendendo un lunghissimo sodalizio artistico con un altro tortonese, Enrico Riccardi, curatore delle musiche. Dopo alcune canzoni scritte per lo stesso Riccardi, che incideva come Rico Riccardi, nel 1968 inizia il successo di Luigi Albertelli come paroliere, l’anno successivo vince come autore il Festival di Sanremo con un brano che diventerà un evergreen della canzone italiana, ovvero “Zingara” cantato da Iva Zanicchi e Bobby Solo (dal 1957 al 1971 al Festival di Sanremo le canzoni venivano cantate in doppia esecuzione). Nel 1970 firma due grandi successi per il suo concittadino Giuliano Illiani, in arte Donatello, con “Io mi fermo qui”, una delle canzoni di maggior successo di quel Festival di Sanremo e “Malattia d’amore”. Sempre a Sanremo firma due brani per Milva, ovvero “Mediterraneo” nel 1972, passata quasi inosservata e soprattutto “Da troppo tempo” giunta terza nel 1973, sempre in quell’edizione è l’autore di “Vado via” che segnerà l’inizio della carriera di Drupi e che sarà un successo internazionale con numerose cover in tutta Europa. Nel 1974 arriva un’altra vittoria, questa volta a Canzonissima, con un’altra evergreen, “Un corpo e un’anima” cantata da Wess e Dori Ghezzi. I successi proseguono nel corso degli anni, possiamo citare “Sereno è” di Drupi nel 1975, “Ricominciamo” di Adriano Pappalardo nel 1979, “Aria di casa” di Sammy Barbot nel 1981, “Sarà la nostalgia” di Sandro Giacobbe nel 1982, “Non voglio mica la luna” di Fiordaliso nel 1984 e tante altre ancora.
Non solamente canzoni, a partire dalla metà degli anni Settanta, infatti, Luigi Albertelli diventa il più importante paroliere per quanto riguarda le sigle di telefilm, cartoni animati e soap opera, solo per citarvene alcune vi diciamo “Furia” cantata da Mal, “Ufo Robot”, “Capitan Harlock”, “Remì e le sue avventure”, “Anna dai capelli rossi”, “Daitarn 3”, “Ape ape Maia” per quanto riguarda i cartoni animati e le sigle di telefilm indimenticabili, oltre al già citato Furia ricordiamo “Nano nano” di Mork e Mindy, la sigla di “George e Mildred”, “La ballata di Bo e Luke” di Hazzard, la sigla di “Dallas” e altre ancora. Luigi Albertelli è stato anche un autore televisivo collaborando con Gianni Morandi, Loretta Goggi, Iva Zanicchi, Serena Dandini e Mike Bongiorno, ricoprendo il ruolo di notaio nel programma “Pentathlon”. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo le liriche del musical “Il libro della giungla”. Le sue ultime apparizioni televisive furono in Rai nel 2018 nei programmi “Che tempo che fa” e “Sottovoce”.