
C’è preoccupazione tra gli allevatori piemontesi per la diffusione della Peste Suina Africana e Confagricoltura Alessandria ritiene assolutamente insufficienti i risultati fino ad ora conseguiti per il contrasto dell’emergenza.
Il Presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli, ha dichiarato: “Sono ormai trascorsi quasi cinque mesi dal ritrovamento del primo cinghiale infetto nell’Ovadese e a tutt’oggi non è ancora approvato il piano per l’eradicazione della malattia. Il 24 maggio abbiamo appreso ufficialmente dalla Regione che l’attività di depopolamento dei cinghiali procede con estrema lentezza e, in alcuni territori, non è ancora neanche iniziata”.
Solamente in Piemonte sono attive circa 1400 aziende che allevano 1,4 milioni di capi di suini e, a livello nazionale, la produzione piemontese rappresenta circa il 9 per cento del totale, il fatturato dell’industria dei salumi in Italia è di oltre 8 miliardi di Euro e rappresenta il 5,6 per cento del totale dell’industria agroalimentare. Confagricoltura Alessandria sottolinea di come si tratti di un patrimonio di straordinario valore produttivo e commerciale e che, nell’ipotesi malaugurata che l’epidemia di Peste Suina Africana dovesse allargarsi e diventare endemica, verrebbe interamente distrutto.
Il Presidente Brondelli ha aggiunto: “Già oggi nostre imprese sono in forte difficoltà a trovare acquirenti disponibili ad approvvigionarsi di suini provenienti dal Piemonte ed è perciò necessario intervenire al più presto con ogni iniziativa utile per contrastare la diffusione dell’epidemia e l’eradicazione dei cinghiali, vettori della Peste Suina Africana”. Per questi motivi Confagricoltura ha chiesto un Consiglio Regionale aperto monotematico, per dibattere la questione a livello tecnico, scientifico e politico-istituzionale al fine di individuare un percorso che consenta al mondo agricolo piemontese di poter guardare con serenità al futuro.