
Confagricoltura Alessandria interviene sulla situazione del rischio di protezionismo alimentare, a seguito della decisione, da parte del Governo Ungherese, di sospendere le esportazioni di grano per assicurare i rifornimenti interni e contenere la crescita dei prezzi.
Il Presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli, spiega che anche la Bulgaria sta andando sulla stessa linea, con l’aumento per precauzione degli stock pubblici di cereali per un ammontare di 1,5 milioni di tonnellate, con il risultato, pressochè scontato, di ridurre i volumi delle vendite all’estero.
Il Presidente Brondelli spiega: “A seguito dei drammatici avvenimenti in corso in Ucraina, i mercati internazionali delle principali materie prime agricole sono sotto pressione ma vanno respinte le iniziative nazionali unilaterali all’interno dell’UE. La capacità produttiva di cereali dell’Unione è tale da poter gestire anche questa difficilissima situazione. Serve però un coordinamento della Commissione, alla quale abbiamo già chiesto di rimuovere, in vista dei nuovi raccolti, i limiti all’utilizzo dei terreni agricoli”.
L’auspicio di Confagricoltura Alessandria è che la guerra in Ucraina si risolva il più rapidamente possibile al tavolo dei negoziati, dagli eventi in atto emerge la necessità di verificare se le scelte fatte sulla nuova Politica Agricola Comune siano idonee a salvaguardare la capacità produttiva europea e l’efficienza delle imprese che producono per il mercato.
Luca Brondelli prosegue: “C’è anche un altro elemento a destare forte preoccupazione: nei giorni scorsi il ministero dell’Industria e del Commercio della Russia ha raccomandato agli operatori di sospendere le esportazioni di fertilizzanti. Le vendite all’estero di nitrato di ammonio sono già state bloccate fino ad aprile. Le conseguenze possono essere particolarmente pesanti sul piano della disponibilità e dei prezzi. Rischiamo una contrazione dei raccolti”.
Secondo alcuni dati di Confagricoltura Alessandria la Federazione Russa produce 50 milioni di fertilizzanti, il 15 per cento della produzione mondiale, i principali acquirenti sono l’Unione Europea e il Brasile, quest’ultimo tra i maggiori produttori al mondo di frutta e verdura. La situazione, conclude il Presidente Luca Brondelli, va attentamente monitorata perché potrebbe rendersi indispensabile una reazione concentrata in una sede multilaterale per garantire al massimo le operazioni colturali in vista di nuovi raccolti.