
Un nuovo racconto di Marina Salucci, questa volta sul tema della primavera che si sta sempre di più avvicinando, la stagione della rinascita dopo l’inverno, unita anche alla saggezza, un argomento troppo spesso ignorato.
LA PRIMULA E LA RONDINE
Arrivò la primavera.
Il cielo era azzurro di giorno e pervinca all’imbrunire, la terra germogliava di verde e sul mare si coricavano il sole e le stelle chiare.
In un sentiero del bosco germogliò una primula tenera, talmente bella che incuriosì le formiche. La luce s’intrufolava dappertutto e gli animali facevano festa.
Passò in alto una rondine e girò il capo verso il bosco. Vide la primula adagiata nel prato e pensò:- Beata! Vive fra l’erba morbida, in pace, la terra la nutre senza fatica, gli insetti le tengono compagnia e i passanti l’ammirano. Vorrei proprio essere come lei, anzichè dover volare per trovare nido e cibo…
Anche la primula vide la rondine. – Beata! pensò. Sfreccia nel cielo infinito, libera e leggera. Conosce le terre ed i mari e chi alza gli occhi la ammira. E’ elegante e coraggiosa. Vorrei proprio essere come lei, anzichè dover rimanere qui ancorata ad aspettare lentamente lo sfiorire.
Il giorno dopo la rondine volò ancora sul bosco. L’aria era frizzante, carica di profumi. Il fiore era ancora lì, e ancora il suo colore splendeva fra i ciuffi nuovi.
La rondine scese fino al bosco e si posò sopra al muschio fresco. Lei e la primula si parlarono. Un calabrone che involontariamente ascoltò tirò fuori i suoi bassi di disapprovazione, ma loro si erano ormai accordate. Avrebbero vissuto l’una come l’altra e l’altra come l’una. Forse, pensarono, sarebbe stata la felicità.
La primuletta si alzò in volo con minute ali gialline e la rondine si adagiò nella terra morbida. Tutti gli insetti del bosco e gli uccelli del cielo sibilarono il loro verso di stupore.
E non fu la felicità. Bastò un soffio di vivace tramontana perchè la primuletta si sentisse spersa nel cielo infinito e comprese che le bastava vederne un pezzetto fra i rami del bosco. Bastarono pochi minuti perchè la rondinella si sentisse soffocare da quella terra che le era sembrata così morbida ed accogliente. Senz’altro le sarebbe bastato vederne un pezzetto, mentre volava, fra i rami del bosco.
La rondine e la primula si incontrarono di nuovo, a mezz’aria, fra i rami d’un ulivo d’argento. Ci volle poco a capirsi e a riprendere ognuna il proprio posto, nell’attesa consapevole e serena di concludere il proprio tempo.
Senz’altro fu la felicità. Tranquilla, quotidiana, senza urla e clamori.
Quella che arriva in punta di piedi quando si trovano le proprie strade nella terra e nel cielo.