
Si avvicina l’appuntamento con San Valentino, la festa degli innamorati e dei fiori, ma, quest’anno, rischia di essere il primo San Valentino celebrato senza i fiori italiani, a causa del boom dei costi energetici, che hanno messo in ginocchio il settore delle serre e dei vivai, come denuncia Coldiretti.
La crisi energetica, provocata dall’aumento dei costi delle materie prime, a causa dell’aumento dell’inflazione in tutti i paesi e, soprattutto, dalle tensioni tra Russia e Ucraina, area di maggior produzione mondiale di gas naturale, sta provocando un boom del prezzo dei carburanti. Il maggior prezzo dei carburanti si sta poi riversando sui costi per la movimentazione dei macchinari, indispensabili per realizzare fertilizzanti, vasi e cartoni. Il rincaro dell’energia non sta risparmiando nemmeno i fattori fondamentali di produzione, come appunto i fertilizzanti, con aumenti che riguardano l’urea passata, le torbe, gli imballaggi dai vasetti al vetro fino alla carta.
Le imprese florovivaistiche, sottolinea Coldiretti, non possono interrompere le loro attività, ne andrebbe delle piante stesse e delle fioriture. Le rose, ad esempio, il fiore che, per eccellenza, viene regalato in occasione della festa degli innamorati, hanno bisogno di una temperatura fissa di almeno 15 gradi per fiorire e lo stesso vale per le gerbere, mentre per le orchidee addirittura servono 20-22 gradi per fiorire. In questa situazione chi non riesce a far fronte agli aumenti è costretto a spegnere le serre e riconvertire la produzione.
Il florovivaismo, tra l’altro, è un settore cardine per l’economia agricola nazionale, vale da solo oltre due miliardi e mezzo di Euro, generati da ventisettemila aziende florivivaistiche attive in tutto il territorio nazionale, con un indotto complessivo di duecentomila occupati sottolinea Coldiretti.
La scomparsa dei fiori italiani rischia inoltre di favorire le importazioni da paesi stranieri che, secondo l’analisi di Coldiretti sui dati dell’Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno scorso, sono già in aumento del venti per cento, con fiori che arrivano da paesi in cui la manodopera viene sfruttata senza diritti sul lavoro. Per questo è importante, sottolinea Coldiretti, in questo momento difficile per l’economia agricola nostrana, preferire l’acquisto di fiori nazionali, direttamente dai produttori o dai punti vendita, che ne garantiscono l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio.