
Nata sulla piattaforma Change.org pochi giorni fa, la petizione per dire no all’ordinanza che vieta il trekking e altre attività in gran parte dei sentieri tra Liguria e Piemonte ha raggiunto, in poco tempo, la cifra record di oltre ottomila firme. Obiettivo iniziale dei promotori era quello dei cinquemila, raggiunti quasi subito, ora puntano a diecimila.
Come spiegano i promotori, la Peste Suina Africana è già ampiamente diffusa e le carcasse di animali che si trovano sono solamente una piccola parte degli ungulati infetti, la malattia, inoltre, è del tutto innocua per l’uomo, quando sarà riscontrata anche in altre aree si potrà proseguire nel divieto delle attività outdoor, si chiedono.
È stato inoltre appurato che la maggior fonte di contagio avviene da animale malato ad animale sano e, quindi, l’eventualità di trasmissione diretta da uomo ad animale è una possibilità molto remota e pressoché insignificante. I promotori spiegano che perché ciò avvenga un escursionista dovrebbe nell’ordine: pestare un residuo organico di cinghiale, portarlo a casa, utilizzare quelle scarpe anche in altri luoghi e lasciare dei residui e, infine, il cinghiale dovrebbe andare a grufolare proprio dove sono stati lasciati quei residui. Una forma di contagio praticamente impossibile, indubbiamente irrilevante rispetto alla trasmissione diretta che avviene tra gli animali.
La Peste Suina Africana, inoltre, è una malattia praticamente impossibile da eradicare, in Sardegna, dove è apparsa già nel 1978, è diventata endemica e si è trovato il modo di conviverci, cosa che ormai avviene anche in molti altri paesi europei, senza che, in nessuno di essi, sia mai stato pensato un divieto alle attività outdoor. La petizione è firmabile online al sito: https://www.change.org/p/no-all-ordinanza-che-impedisce-il-trekking