
Un lutto nel mondo della fotografia italiana, nella giornata di giovedì infatti è mancata Chiara Samugheo, grande fotografa che immortalò per anni i più importanti personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo. Nel 2015 allestì una splendida mostra al Museo Tubino di Masone.
Chiara Samugheo era nata a Bari nel 1925, la data di nascita reale si è saputa solamente dopo la morte, lei, infatti, dichiarava di essere nata nel 1935, un pizzico di alone di mistero concesso ai grandi personaggi. Il vero nome era Chiara Paparella, molto giovane si trasferì dalla sua Bari a Milano, frequentando nomi importantissimi dell’ambiente intellettuale e culturale dell’epoca: Enzo Biagi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini e Giorgio Sthreler. Dopo l’incontro con Fabrizio Pattellani, uno dei più importanti fotografi italiani del periodo, iniziò a lavorare per lui, realizzando una serie di scatti, ancora oggi celebri, sui fenomeni di magia e religione dell’Italia meridionale. Dagli anni Sessanta in poi iniziò a dedicarsi ai servizi fotografici per i maggiori periodici nazionali e internazionali, immortalando, con la sua macchina fotografica, le più importanti star internazionali.
Il suo cognome d’arte, Samugheo, lo scelse dopo un viaggio in Sardegna alla scoperta delle tradizioni antiche. Nel corso degli anni lavorò ad Hollywood, in Spagna, in Russia, in Giappone e fu addirittura ospite personale dello Shah Reza Phalavi di Persia. Nel giugno 2003 venne insignita, dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, del titolo di Cavaliere della Repubblica.
Nell’estate del 2015 Chiara Samugheo, grazie a Gianni Ottonello e all’Associazione Amici del Museo di Masone, fu ospite del Museo Civico Andrea Tubino di Masone, allestendo una splendida mostra dove erano esposte ottanta di fotografie di grandi personalità del mondo del cinema, della musica, del teatro e dello spettacolo. All’inaugurazione fu presente la stessa fotografa, che si dimostrò una persona estremamente cordiale e alla mano, rispondendo alle domande e alle curiosità del tantissimo pubblico presente, per una mostra tra le più visitate della storia del museo masonese.