Un racconto breve, molto ironico e pungente allo stesso tempo, di Marina Salucci sull’uomo del futuro, che cosa farà la tecnologia dei nostri corpi? Diventeremo davvero così trasformati? Forse no, ma questo racconto, molto significativo, ci fa davvero riflettere su dove stiamo andando:

L’UOMO DEL FUTURO
Come sarà l’uomo del futuro?
Se un futuro ci sarà intravedo cambiamenti di cui già abbiamo segnali.
Innanzitutto le dita si faranno più robuste e sottili, per poter sempre e comunque digitare sulle esili tastiere, e per pigiare i comandi che ordinano alle macchine di agire al posto nostro.
Questo predominare del polpastrello farà atrofizzare la muscolatura, a parte quella che avrà il compito di premere sull’acceleratore dell’auto. La riduzione dell’attività fisica, quasi fino all’azzeramento, unita a cibi idrogenati, farà lievitare la massa adiposa in modo esponenziale.
La parte cervicale della colonna, protuberata verso il cellulare, diventerà sempre più curva.
L’apparato fonatorio sarà in grado di emettere suoni al massimo volume, per ribadire e rivendicare i diritti e i soprusi, se mai qualcuno li contestasse.
Il cervello si ridurrà di volume, poiché delegherà la soluzione di tutti i problemi (sempre se li saprà individuare) ai motori di ricerca e alle risoluzioni della maggioranza. Superfluo dire che la memoria non sopravviverà. Lo stesso destino toccherà all’anima.
Si può ancora evitare questo futuro? Questo mutamento psicosomatico?
Credo di sì, a patto di averne la consapevolezza e la volontà. E di ritrovare la bellezza, l’arte e la natura. Tutto ciò che ci rifà le cellule nuove e dense di umanità.
Il fatto è che i polpastrelli continuano a pigiare, e il cervello ad ottundersi…