
Produzione agricola e produzione energetica possono creare una sinergia comune, che genera una lunga serie di benefici, in termini economici, grazie alla creazione di imprese agricole che sono indipendenti dal punto di vista energetico, rivitalizzando le attività agricole in aree a bassa redditività e a rischio abbandono, nonché recuperando anche a fini energetici, aree abbandonate o attualmente incolte.
Il paper di Elettricità Futura e Confagricoltura ha affrontato alcuni temi che sono al centro del G20 dell’Ambiente, che si è svolto nei giorni scorsi a Napoli.
Sono molte le misure e le indicazioni proposte dalle due associazioni, in coerenza con i target di sviluppo sostenibile e di decarbonizzazione al 2030, partendo dalla massima diffusione degli impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici rurali, dallo sviluppo delle comunità energetiche e dalla maggiore efficienza del parco esistente, promuovendo, allo stesso tempo, la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra senza sottrarre superfici agricole, dedicandosi alla produzione energetica rinnovabile sulle aree abbandonate, degradate o marginali.
Lo sviluppo del fotovoltaico può rappresentare un elemento di crescita, sia economica che ambientale, molto importante per l’agricoltura, l’industria, i territori e le comunità locale, opportunamente inserito in progetto economici, agro-energetici e di sviluppo più ampi e specifici per i diversi contesti rurali.
Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa, indirizzate alla realizzazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole, rappresentano, spiega Confagricoltura, i primi segnali positivi, ma c’è ancora molto da fare, come illustrato nel paper.
Elettricità Futura e Confagricoltura confermano la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni e condivideranno una serie di esempi virtuosi di impianti agro-voltaici in grado di integrarsi con l’attività agricola, che possono essere presi come riferimento nazionale.
La vera sfida, spiegano le due associazioni, è quella di attuare gli obiettivi fissati dal PNR sull’agro-voltaico, che prevedono una capacità produttiva, a pieno regime, di oltre 1 Gigawatt, con 1,1 miliardi di Euro di investimento, ma soprattutto di elaborare una strategia che permetta di raggiungere gli obiettivi fissati dal “Green Deal” al 2030, con un incremento della capacità rinnovabile, stimata in 70 Gigawatt, di cui 50 Gigawatt costituiti da nuovi impianti fotovoltaici.