
Slow Food interviene in merito all’approvazione, da parte del Parlamento Italiano, della legge riguardante l’agricoltura e l’ambiente avvenuto il 20 maggio con il via libera al Disegno di legge sull’agricoltura biologica, che ha creato diverse polemiche anche in televisione.
La legge equipara l’agricoltura biologica a quella biodinamica, il Ddl, ha spiegato Slow Food, è la conseguenza logica di un’esigenza che è stata manifestata da più parti, da anni, infatti, in Italia produttori e società civile chiedono una normativa che regoli e sostenga il comparto biologico.
Attaccare questa legge vuol dire affossare la legge sull’agricoltura biologica, ha spiegato Slow Food, alcuni commenti su televisioni, radio e giornali, successivi all’approvazione della legge in Senato sono stati improntati ad un attacco sferrato dalla scienza al mondo del biologico e del biodinamico.
Il professor Alessandro Piccolo, presidente della Società Italiana di Scienze Biodinamiche e docente dell’Università Federico II di Napoli ha detto in merito: “Siamo molto preoccupati dei toni e dei contenuti con cui un gruppo minoritario di politici e ricercatori ha colpito le istituzioni nazionali che hanno varato la legge e con essa gli scienziati che compiono ricerche in agricoltura biodinamica in diversi atenei italiani, tacciando quest’ultima di stregoneria e diffondendo descrizioni fantasiose, non rispondenti al vero”.
Carlo Tricarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica ha illustrato che cosa prevede la legge: “L’Italia, il primo Paese europeo per esportazione di prodotti biologici e biodinamici, si dirige finalmente ad avere una normativa di settore. L’ampliamento dell’agricoltura biologica al 25% del suolo coltivato in Europa è l’obbiettivo delle nuove strategie europee e per questo il piano di sviluppo del bio prevede di impiegare in questa direzione almeno il 30% dei fondi per la ricerca in agricoltura. La legge – ha proseguito Tricarico – disciplina aspetti importanti non solo per le 80.000 aziende già biologiche, ma per le tante aziende agroalimentari italiane, per i territori, i consumatori, la ricerca scientifica. Istituisce i biodistretti, il marchio del biologico italiano più restrittivo di quello Ue e l’interprofessione, insieme a formule di governance razionale per un settore in crescita tumultuosa. La biodinamica, è giustamente citata, come del resto nei regolamenti europei, come storica e peculiare espressione del bio”.
Che cos’è l’agricoltura biodinamica? È la forma originaria dell’agricoltura biologica, nata oltre un secolo fa, ha gettato le basi della bio-agricoltura, essa quindi è inscindibile dal biologico e ne costituisce un’espressione peculiare e coerente, perché si basa su un modello di organismo a ciclo chiuso, una meta del settore.
Quindi perché l’agricoltura biodinamica da così fastidio a certi settori dell’economia e ai soggetti che ne rappresentano gli interessi? Risponde Carlo Tricarico: “Finché il biologico e poi il biodinamico restavano lontani dal dibattito istituzionale e scientifico e non costituivano un importante esempio economico per tutte le imprese agricole italiane, il problema non si poneva. I guai dei biodinamici sono iniziati quando organizzarono con la Bocconi e la Fondazione Feltrinelli il primo convegno a Expo 2015 a Milano, con la partecipazione di esimi scienziati e l’impegno di prendere tutti insieme il carico del futuro agroalimentare del paese. Allora iniziarono le anacronistiche accuse di stregoneria. Con l’anatema, la scomunica è facile isolare e imbavagliare il dibattito, intimorire i ricercatori, dissuadere le istituzioni e rallentare così il processo riformatore che si muove inarrestabile. Il tema del contendere è proprio la grande maturità del settore biologico e biodinamico e la sua piena appartenenza al mondo agricolo italiano per una coesione del paese sulle sfide della modernità”.
Infine la biodinamica è meglio per la nostra terra madre, in quanto lascia gli agricoltori padroni delle proprie scelte nell’accudire la terra, con l’agricoltura biodinamica si può produrre senza veleni, si produce buon cibo e si sostengono economie resilienti.
Bisogna quindi evitare che una legge così importante venga fermata da una minoranza potente e bisogna fare in modo che essa venga approvata in modo trasparente, un argomento troppo importante per far prevalere degli interessi di parte.