
L’apicoltura rischia di entrare in crisi a causa dell’andamento climatico anomalo che sta colpendo la Liguria e gran parte del Centro-Nord Italia. Le temperature troppo fredde e le piogge abbondanti infatti stanno costringendo gli apicoltori a ricorrere a nutrimenti d’emergenza.
Coldiretti Liguria segnala che il miele più a rischio è quello di acacia, seguito da quello di ciliegio e, a livello nazionale, c’è già un 30 per cento in meno di produzione rispetto all’anno scorso a causa appunto delle piogge troppo abbondanti, le violente grandinate e il freddo eccessivo per la stagione.
Il miele rappresenta per la Liguria una produzione di pregio, sicura e garantita, solo negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom del settore, con una crescita del 40 per cento delle imprese apicole mentre gli apiari sono aumentati addirittura dell’80 per cento.
In Liguria si producono storicamente mieli pregiati, nell’entroterra quello di castagno e quello di acacia mentre verso la costa produzioni più commerciali come il millefiori o particolari come l’erica e la melata.
“Le difficoltà delle api – hanno spiegato il Presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri e il Delegato Confederale, Bruno Rivarossa – sono un pericolo grave per la biodiversità, considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. Gli sbalzi di temperatura uniti alla pioggia e, in alcuni casi, al forte vento, ostacolano pesantemente il lavoro di questo insetto fondamentale per la l’ambiente e per l’uomo. Le perdite che si rischiano di avere colpiscono il Paese in un momento in cui la svolta salutista degli italiani, per effetto anche della pandemia Covid, ha portato all’aumento, a livello nazionale, del 13% degli acquisti familiari di miele, ma, sugli scaffali dei supermercati italiani più di 1 vasetto su 2 viene dall’estero. Le possibili perdite che si rischiano di avere sulla produzione, potrebbero incrementare ulteriormente l’arrivo di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far concorrenza al miele Made in Liguria non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria, etichettatura fortemente sostenuta dalla Coldiretti”.