IN GRANDE AUMENTO I DANNI PER LA FAUNA SELVATICA, CONFAGRICOLTURA E CIA ALESSANDRIA HANNO INCONTRATO I RAPPRESENTANTI POLITICI

Un incontro congiunto, da parte delle associazioni di categoria degli agricoltori Confagricoltura e Cia Agricoltori di Alessandria per affrontare il problema, che purtroppo si ripete ogni anno, degli ungulati.

Sono tantissime le segnalazioni che arrivano negli uffici di Confagricoltura e Cia Alessandria per segnalare continui danni alle coltivazioni provocati dai cinghiali ma anche da caprioli, nutrie e corvidi e, negli ultimi tempi, non è da sottovalutare nemmeno la presenza del lupo.

Il primato delle segnalazioni arriva dall’Ovadese ma anche il Tortonese, il Novese e la Val Cerrina hanno situazioni preoccupanti così come l’Acquese e la pianura alessandrina.

Ieri Confagricoltura e Cia Alessandria hanno incontrato, a Palazzo Ghillini di Alessandria, l’assessore regionale all’agricoltura, Marco Protopapa e il consigliere provinciale con delega alla caccia, Stefano Zoccola.

La frustrazione e l’esasperazione tra gli agricoltori sono alle stelle in quanto vedono i loro raccolti distrutti, con scarse possibilità di ottenere un risarcimento dei danni. Per un’interpretazione discutibile della normativa comunitaria, la Regione Piemonte così come le altre Regioni d’Italia nel 2015 ha equiparato il risarcimento dei danni a un contributo che come tale è soggetto alla normativa sugli aiuti di Stato che fissa un tetto di 25mila euro in tre anni per questo tipo di interventi” hanno fatto il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli e il presidente di Cia Alessandria Gian Piero Ameglio.

I presidenti delle due associazioni agricole hanno fatto presente che bisogna lavorare nella Conferenza Stato-Regioni affinché i danni da fauna selvatica non siano più pagati agli imprenditori in regime de minimis, ma si torni alla forma antecedente il 2015, cioè considerandoli dei risarcimenti per le perdite subite di prodotti agricoli.

Una riflessione importante riguarda anche il numero dei cacciatori, in continua diminuzione. Dal momento che vi è una riduzione delle entrate regionali derivanti dal pagamento della quota per il tesserino venatorio, che solitamente vengono impiegate per il risarcimento dei danni agli agricoltori, come si pensa di ristorarli in futuro?” hanno aggiunto i direttori provinciali Cristina Bagnasco (Confagricoltura) e Paolo Viarenghi (CIA).

Tra gli altri problemi si segnala la preoccupazione per la diffusione della peste suina africana, di cui i cinghiali sono vettori così come è stato dimostrato in alcune aree del Nord Europa e la forte crescita degli incidenti stradali, a volte anche mortali, che sono provocati dalla fauna selvatica.

Dal 2010 al 2020 i cinghiali in Italia sono passati da 900 mila capi a quasi due milioni, con un incremento del 111 per cento in dieci anni e il numero è destinato ad aumentare ancora.

Occorre rendersi conto della situazione e affrontare il problema con senso di responsabilità, prima che si arrivi ad un punto di non ritorno – hanno concluso i Presidenti di Confagricoltura e Cia – anche perché ogni anno abbiamo oltre 5.000 segnalazioni di danni alle colture in Piemonte e più di 1.100 incidenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali”.

Al termine dell’incontro sono state affrontate delle altre problematiche che affliggono il settore agricolo come la questione del ricondizionamento dei pozzi irrigui e il nuovo applicativo dell’UMA.

I rappresentanti politici hanno ascoltato le istanze delle due Organizzazioni agricole e si sono resi disponibili per affrontare nelle loro sedi la questione, facendosi portavoce, a livello nazionale, di questo annoso problema.

L’assessore regionale Marco Protopapa si è preso l’impegno di recepire e valutare attentamente i dati sull’ultima stagione venatoria in Piemonte, per elaborare nuove strategie di intervento.

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Pubblicato da limontenews

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