Genova rischia di diventare la “capitale” nazionale di supermercati e ipermercati, la politica portata avanti dal Sindaco Marco Bucci è infatti quella di aprire alle sigle delle catene più importanti della grande distribuzione organizzata.
Questa scelta sta sollevando malumore in tante categorie, dai commercianti fino ai residenti delle zone dove si sono individuati questi nuovi maxi centri commerciali. Cosa comporta per una zona l’apertura di grandi supermercati e soprattutto centri commerciali? Innanzi tutto la crisi irreversibile del tessuto commerciale locale, nelle zone dove sono nati questi centri infatti piano piano i negozi hanno cominciato a chiudere uno dietro l’altro, l’esempio del quartiere di Sampierdarena, con l’apertura del centro commerciale Fiumara, è emblematico. Dall’altro questi centri provocano traffico, inquinamento e specie nelle ore serali le zone circostanti, diventano pericolose.
Confesercenti è sul piede di guerra, quella del Comune spiegano, è una guerra in cui i vincitori saranno le grandi catene ma gli sconfitti saranno il territorio, la viabilità e il commercio di vicinato.
La città di Genova conta circa 600 mila abitanti ed ha già numerosi grandi supermercati sul suo territorio, la presenza di un numero ampissimo di catene di grande distribuzione organizzata: Basko, Carrefour, Conad, Coop, Esselunga, Gulliver, Pam senza contare i discount come Ekom, Eurospin, Lidl, ecc… che senso ha aprire nuovi supermercati in una realtà in cui è già piena?
Il Comune parla di concorrenza, ma che concorrenza è quando ad aprire sono sempre quelle quattro-cinque catene che poi finiscono per creare un “cartello” di prezzi?
Le indagini di Altroconsumo, rivista specializzata nel settore, ha individuato Rovigo come la città meno cara in assoluto per la spesa, a Rovigo tuttavia esiste un solo ipermercato, viceversa la più cara in assoluto è Messina, dove ci sono ben tre ipermercati, quindi di che concorrenza parliamo?
