Ottime notizie per quanto riguarda le esportazioni di prodotti agroalimentari “Made in Italy” che, nell’anno appena trascorso, hanno raggiunto il valore record di 46,1 miliardi di Euro.
Il risultato è ancora più sorprendente, sottolinea Coldiretti, visto che si è avuto a che fare da una parte con le chiusure dovute all’epidemia e dall’altra con i dazi in particolare quelli statunitensi.
I dati emergono dall’analisi Istat del commercio estero, che hanno evidenziato un aumento delle esportazioni agroalimentari nazionali dell’1,8 per cento.
Da cosa deriva questo record? Molto probabilmente nel mondo c’è stata una svolta salutista dei consumatori a livello globale, che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere, in particolare quelli della “Dieta mediterranea”.
Le esportazioni che sono cresciute maggiormente sono: conserve di pomodoro, pasta, olio di oliva, frutta e verdura.
Dove vanno i prodotti agroalimentari Made in Italy? Oltre la metà, circa il 55 per cento, vengono esportati all’interno dell’Unione Europea, al primo posto abbiamo la Germania, seguita da Francia e Gran Bretagna, primo partner extraeuropeo sono gli Stati Uniti seguiti dalla Russia.
Il presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri e il delegato confederale, Bruno Rivarossa hanno spiegato: “ L’Italia può ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia dei territori. Ma per favorire ancora di più l’export di prodotti d’eccellenza come l’olio DOP Riviera Ligure e i nostri vini DOC, occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare le politiche dei dazi e degli embarghi, che rischiano di colpire, in futuro, anche le nostre produzioni, e per ridare respiro all’economia mondiale in un momento difficile per tutti. Ma per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia serve anche agire sui ritardi strutturali e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”.
