BENE LA VACCINAZIONE, MA IN ITALIA I PROBLEMI SONO A MONTE

È partita in questi giorni la campagna di vaccinazione per gli anziani, che andrà avanti per fasce di età, contro il Covid19.

La notizia è ottima ma bisogna fare una riflessione a monte, in questi mesi di epidemia abbiamo visto, in Italia, soprattutto titoli allarmistici da parte dei giornali e dei telegiornali, con uno spazio che non ha eguali negli altri paesi. Nessuno, tuttavia, ha mai messo in luce che abbiamo confuso la causa con l’effetto.

SI CONFONDE LA CAUSA CON L’EFFETTO:

Che cosa vuol dire questo? Il numero di decessi, con una mortalità in eccesso preoccupante, è stato imputato, da giornali e telegiornali, esclusivamente agli effetti del Covid19. Questo è un errore, i decessi rappresentano l’effetto non la causa, che va cercata a monte. In Italia ha forse circolato una versione più pericolosa del virus? No, i danni ci sono stati perché avevamo una situazione adatta a provocare questi effetti.

In Italia abbiamo avuto il periodo di chiusura totale, il famigerato “lockdown”, tuttavia, in altri paesi, in cui le misure adottate sono state poche o nulle il numero di casi verificati sono stati mediamente di più dei nostri, ma il numero di casi gravi e soprattutto di decessi è stato molto più basso.

Perché è avvenuto questo?

Facciamo un esempio, tutti conosciamo le malattie dell’infanzia, queste malattie in Europa o nelle Americhe non creano mai, salvo pochissimi casi di bambini che hanno gravi problemi dalla nascita, casi gravi o mortali. Viceversa le stesse malattie in Africa e in altre nazioni sottosviluppate sono, molto spesso, gravi e mortali. Circolano forse versioni più cattive in Africa rispetto all’Europa e alle Americhe? No. Cosa cambia allora? Due fattori: la qualità del sistema sanitario e lo stato di salute medio della popolazione.

L’epidemia di Covid19 si è abbattuta in tutto il mondo, tuttavia gli effetti non sono stati gli stessi in tutti i paesi. C’è chi come l’Italia ha avuto un numero preoccupante di casi gravi e decessi e chi è riuscito a gestire tutto senza particolari preoccupazioni, come fosse una normale epidemia influenzale più grave della media.

Se in Italia siamo ancora alle prese con le chiusure ci sono modelli vicini a noi, come la Russia, dove hanno riaperto tutto, comprese le discoteche. Negli Stati Uniti l’ex presidente Donald Trump ha dimostrato, dati alla mano, che il numero complessivo di ricoveri e decessi è stato di poco superiore a quello dell’influenza stagionale. Eppure negli Stati Uniti non si sono mai fatti lockdown tranne qualche caso per scelta di governatori a livello locale, e lo stesso è avvenuto in molti paesi del Sud America.

IN ITALIA LA MORTALITA’ E’ ALTA PER TUTTE LE CAUSE, QUALI SONO I MOTIVI?

Ma in Italia, purtroppo, la mortalità è alta a livello generale. Gli italiani perdono alcuni anni di vita rispetto ad altre popolazioni, un fatto che non è mai stato evidenziato in questi anni, eppure bastava prendere una pubblicazione con dati precisi e affidabili, come il “Calendario Atlante De Agostini” dove alla voce mortalità ogni mille abitanti saltano fuori (edizione 2015) questi dati:

– MESSICO 5,7

– BRASILE 5,9

– TURCHIA 6,6

– STATI UNITI 8,1

– ITALIA 10

All’interno di questo quadro ben poco confortante emergono anche delle situazioni ancora più drammatiche, in Umbria il tasso sale addirittura all’11,6, nelle Marche l’11,5, tassi da spavento.

Questi dati avrebbero dovuto far sorgere già qualche campanello di allarme negli esperti, molto ma molto tempo prima dell’epidemia, ma nessuno ne ha mai parlato.

MORTALITA’ PREVENIBILE E MORTALITA’ EVITABILE:

Per capire come mai in Italia si muore di più che in altri paesi dobbiamo considerare questi due indici.

La mortalità prevenibile è quella dovuta ai decessi che avvengono in determinate fasce di età (in media 15-64 anni) che potrebbero essere contrastate con interventi di prevenzione primaria, diagnosi precoci e terapie adeguate.

La mortalità evitabile è quella dovuta ai decessi provocati da uno stile di vita scorretto, come abuso di alcool, fumo, uso di droghe, alimentazione non salutare, comportamenti sessuali a rischio.

In Italia abbiamo una mortalità prevenibile del 149,7 ogni centomila abitanti e una mortalità evitabile di 90,3 ogni centomila abitanti. Un dato che non può e non dovrebbe essere accettato.

Ma cosa c’entra quindi tutto questo con l’epidemia? Tantissimo, queste cifre alquanto preoccupanti spiegano in larghissima parte il perché l’Italia abbia avuto così tanti casi gravi e anche fatali dall’epidemia di Covid19, il corpo umano è come una macchina, più la trattiamo bene più avrà anni davanti in cui funzionerà bene, più la trattiamo male meno durerà.

COSA NON FUNZIONA IN ITALIA?

I due dati, la mortalità prevenibile e la mortalità evitabile dipendono quindi dal sistema sanitario e dai comportamenti delle persone.

Riguardo al sistema sanitario il nostro è altamente insufficiente e inadeguato rispetto a molti paesi, abbiamo appena 3,4 posti letto ogni mille abitanti, contro una media europea di circa 10 posti letto ogni mille abitanti. Ma ci sono altri fattori, molte malattie non vengono curate adeguatamente perché molte medicine possono essere acquistate solamente con ricetta medica, negli Stati Uniti ad esempio medicinali come antibiotici e antiinfiammatori sono acquistabili senza nessun problema in farmacia o nei centri commerciali, una cura precoce di malattie come ad esempio il semplice diabete può far guadagnare qualche anno di vita e di salute.

Passando ai comportamenti delle persone, gli italiani hanno mediamente uno stile di vita molto scorretto, con una cura molto scadente della propria salute. Siamo i primi produttori mondiali di vino, ma questo si ripercuote anche nel consumo. Se un giovane padre di trenta-quarant’anni beve mediamente un litro di vino al giorno con molta probabilità sarà un sessantenne con cirrosi epatica cronica. Idem il fumo, per cui siamo tra i maggiori consumatori di sigarette, con conseguenti asme e bronchiti croniche nonché un’alimentazione scorretta che porta a malattie croniche dell’apparato digerente. Aggiungiamo inoltre il consumo di sostanze stupefacenti, che vede l’Italia tra i primi paesi in Europa e l’alta incidenza che l’HIV-AIDS ha nel nostro paese.

Le cattive abitudini iniziano fin da giovanissimi, siamo infatti tra gli ultimi paesi per le vitamine e gli integratori alimentari che vengono dati a bambini e ragazzi, è stato dimostrato che la vitamina C e la vitamina D aiutano moltissimo per rinforzare sia il fisico che il sistema immunitario generale, con il risultato che molti ragazzi crescono con carenze vitaminiche specie nei mesi più freddi.

Abbiamo spiegato quindi finalmente il perché in Italia, durante questi mesi, si sia registrata una mortalità così elevata per il Covid19. Moltissimi italiani arrivano intorno ai sessanta-settanta anni con uno stato di salute pessimo: cirrosi, asma, bronchite, diabete, ecc… con il risultato che un’infezione virale che attacca persone già debilitate (e che spesso non lo sanno) rischia di essere grave o addirittura fatale. La causa non è quindi l’infezione virale in se stessa, ma lo stato dell’organismo che aggredisce.

Se i giornali e i telegiornali anziché mostrarci immagini da terrore degli ospedali e testimonianze avessero parlato del fatto che lo stato di salute degli italiani mediamente è scadente si sarebbero adottate delle contromisure, con comportamenti più corretti. Un italiano di settant’anni mediamente rischia di avere lo stato di salute di un americano di ottanta. A causa del mix devastante di un sistema sanitario insufficiente e di abitudini scorrette perdiamo anni di vita e anni in salute. Perché un italiano che attualmente ha vent’anni deve avere un 20-25 per cento di rischio di morire in più rispetto ad un suo coetaneo americano? (l’America Latina non si può prendere in considerazione perché il clima mite e la disponibilità naturale di vitamine favorisce una buona salute).

LA SANITA’ INCIDE ANCHE IN PAESI SIMILI:

Questi fattori emergono anche quando si parla di paesi tendenzialmente poveri, proprio in questi mesi di epidemia si sono visti gli approcci completamente diversi di due nazioni, entrambe enormi, entrambe relativamente povere, entrambe con problemi di sovrappopolazione: la Cina e l’India.

La prima ha adottato lockdown durissimi, chiudendo letteralmente in casa, alla fine ci sono stati comunque molti decessi. La seconda non ha mai praticamente chiuso nulla, ci sono stati si tantissimi casi ma i decessi in percentuale molto pochi. Eppure le due nazioni sono molto simili.

La differenza? La prima è che l’alimentazione indiana è più sana, molto più povera di grassi mentre quella cinese è viceversa grassa (si utilizza ad esempio molta carne di maiale in cucina) ma soprattutto il sistema sanitario. In India pur essendoci una sanità insufficiente dal punto di vista occidentale essa è accettabile per quanto riguarda il numero di medici e posti letto per un paese in via di sviluppo, viceversa in Cina il sistema sanitario è simile a quello dei paesi africani, un giovane indiano ha buone possibilità di vivere più a lungo e più in salute di un coetaneo cinese.

VACCINI SI, MA INTERVENIRE A MONTE:

I vaccini sono assolutamente importantissimi, nel corso degli anni hanno contribuito a debellare malattie gravi, ma essi da soli non bastano. Se vogliamo che in Italia, detto in parole povere, si muoia di meno, bisogna invertire la nostra rotta, altrimenti fra dieci-quindici anni saremo di nuovo impreparati a qualche epidemia anomala.

Cosa potremmo fare? Innanzi tutto migliorare la sanità, creando maggiori posti letto, assumendo più medici e magari adottare un sistema misto, come quello delle “assicurazioni” degli Stati Uniti e poi iniziando a fare campagne per la promozione di un approccio salutista iniziando dalle scuole, campagne contro alcool, fumo e droghe e per comportamenti sessuali più sicuri.

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Pubblicato da limontenews

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