CHIUDONO I CANCELLI DELLA EX CEMENTIR DI ARQUATA SCRIVIA

Il cementificio di Arquata Scrivia, dopo sessant’anni di attività chiuderà i cancelli. L’annuncio il 6 febbraio 2021 da parte di Buzzi Unicem di Casale Monferrato, che aveva rilevato l’impianto di produzione da ITALCEMENTI, mantenendone la proprietà, acquistata da Caltagirone nel 2018, anche con l’ingresso di Buzzi Unicem. Quest’ultima giustifica lo stop all’attività e il conseguente licenziamento dei venti dipendenti, con la crisi del mercato delle costruzioni e un mancato miglioramento dei volumi di vendita, anche in seguito all’emergenza Covid 19 .

“II mercato nazionale è passato da quasi da quasi 47 milioni di tonnellate di produzione nel 2016 a 19 milioni di tonnellate nel 2019, con una chiusura nel 2020 di circa 17 milioni di tonnellate di produzione” così la società di Casale.

Ricordiamo ai nostri lettori che quattro anni fa il terzo valico si era impegnato a salvare il cementificio arquatese, assumendo una decina di operai dello stesso. Il COCIV concedeva al GRUPPO CALTAGIRONE , allora proprietario dello stabilimento, sub appalti per la fornitura di cemento attraverso la BETONTIR. Allora i dipendenti erano sessanta.

Non ci saranno licenziamenti fino al 31 marzo, dopodiché l’attuale ARQUATA CEMENTI chiuderà i cancelli. FENEAL UIL E FILEA CGIL, sindacati edili, parlano di “ spiegazioni sommarie, legate a motivazioni di carattere tecnico finanziarie incomprensibili”.

Nel 2017 gli operai dell’impianto avevano occupato per dieci giorni lo stabilimento, costruendo una rete di solidarietà tra i cittadini e le istituzioni locali, riuscendo a stoppare il tentativo di chiusura. Gli accordi di allora prevedevano il mantenimento dell’impianto almeno fino al termine dei lavori del Terzo valico nel 2024.

L’annuncio odierno, in violazione degli accordi sottoscritti, è inaccettabile. Buzzi SpA , nell’acquistare l’azienda, si era impegnato a portare in fondo gli impegni assunti dalla precedente proprietà. Oggi si rimangia la parola. I lavoratori non possono accettare passivamente, quindi inevitabile sarà lo stato di agitazione con possibili scioperi. Tutto dipenderà dal confronto con il Prefetto e con le Istituzioni”.

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