L’anno passato ha segnato un vero e proprio record per quanto riguarda la produzione di grano saraceno in Piemonte, in particolare nella Provincia di Cuneo.
Dopo il primo anno sperimentale la superficie coltivata con questo antico cereale è raddoppiata, con 100 ettari dedicati che hanno fornito un totale di 550 quintali di prodotti. Il grano saraceno proveniente dal Cuneese è salubre e senza residui chimici.
Gli agricoltori locali hanno potuto usufruire della consulenza tecnica degli esperti di Coldiretti Cuneo.
Il grano saraceno inserito nei cereali anche se non fa parte delle graminacce, è originario probabilmente della penisola indiana e nel tardo Medioevo raggiunse l’Europa, diffondendosi prima nella zona del Mar Nero (tra le attuali Romania, Bulgaria, Russia e Turchia) e poi in Germania, nella regione del Meclemburgo. Nel Seicento giunse nelle Alpi, in particolare in Svizzera e successivamente in Italia, in particolare in Valtellina. Il grano saraceno venne poi introdotto nel Ducato di Modena.
Questo cerale è molto utilizzato in cucina, specialmente nelle zone di montagna, dove, per molto tempo, ha di fatto sostituito il grano. Viene consumato nelle minestre di verdure e la sua farina serve per preparare polenta saracena, crespelle e alcuni tipi di pasta tra cui i celebri pizzoccheri, da esso si ricava inoltre del miele. All’estero è alla base della preparazione dei bliny russi, del porridge scozzese e della kasha nell’area balcanica.
