Un furto di petrolio in piena regola, questo sembra la causa dello sversamento dell’oleodotto Eni che è avvenuto a Novi Ligure.
A chiarire il fatto è la Direzione Generale della società petrolifera tramite una lettera inviata al Comune di Novi Ligure e agli uffici competenti della Provincia di Alessandria, della Regione Piemonte, della Prefettura e di Arpa.
“L’oleodotto – sottolinea la nota – è stato immediatamente presidiato e contestualmente sono stati effettuati i primi interventi di messa in sicurezza che sono consistiti nella chiusura del punto di prelievo non autorizzato utilizzato per l’effrazione. In prima approssimazione si può valutare che l’area interessata dalla potenziale contaminazione nell’intorno del punto con evidenze sia di circa 500 mq. Non si ravvisano attualmente pericoli immediati per la popolazione o per l’ambiente”.
Eni, nella missiva, spiega che l’incidente è stato uno sversamento di petrolio grezzo, fuoriuscito dal punto di effrazione e che è stato richiesto dalla società HPC Italia, consulente ambientale di ENI, di effettuare le verifiche necessarie per la messa in sicurezza del sottosuolo, che saranno effettuate sotto il controllo di Arpa.
