La conferenza online “Riconnettere le terre alte”, organizzata da Slow Food e BBBell nell’ambito della tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto si è incentrata sul deficit digitale che riguarda principalmente le aree interne del nostro Paese e che lascia una gran parte dell’Italia indietro di oltre dieci anni.
Il lockdown di primavera ha da una parte fatto riscoprire le vallate di montagna e i borghi rurali, ma dall’altra ha portato all’attenzione la mancanza di digitalizzazione delle aree interne.
Da dove partire quindi per superare questo grave deficit? «Dalla connettività che rafforza le comunità dei piccoli borghi di montagna, dove ci sono già progetti di sviluppo e di promozione del territorio che attraggono famiglie giovani e nuove aziende. Persone che non vivono la montagna come un rifugio per il weekend o per momenti difficili come questo, ma che qui innestano le proprie attività, che contribuiscono a costruire l’identità e il senso di appartenenza a un luogo fisico» ha spiegato il veterinario e presidente di Uncem Piemonte, Roberto Colombero.
Altro grande tema di dibattito fra i diversi relatori è stato quello delle competenze per lo sviluppo della montagna. La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione richiede una formazione continua e l’inserimento di nuove figure professionali, un tema che però, nei piccoli Comuni di montagna, è molto difficile da risolvere.
Gabriele Locatelli, responsabile del progetto Oltreterra di Slow Food ha fatto presente: «La digitalizzazione delle vallate deve far sì che si sviluppino conoscenze in chi la montagna la vive e ne conosce le esigenze. Se non coglieremo questo aspetto e non daremo ai giovani strumenti per diventare la rinascita dei comuni di montagna, avremo perso una sfida epocale».
Slow Food appoggia il documento di Uncem sulla Legge di Bilancio per il 2021 e aggiungerà altri due punti cari all’associazione sul tema delle terre alte, oltre alla digitalizzazione il riunire tutti gli stakeholder pubblici e privati attorno alla Strategia nazionale delle Green Community, che raggruppa il piano forestale, l’agricoltura di montagna e non invasiva e il turismo sostenibile. L’altro punto su cui lavorare è il riconoscimento normativo a livello nazionale delle cooperative di comunità, modello di impresa sempre più diffuso dal forte carattere di innovazione sociale.
