Non sono buoni i dati che arrivano dall’incontro online organizzato da Slow Food Italia e Foodinsider sulle mense scolastiche.
La situazione, valutata fino a febbraio, ha visto analizzare cinquanta menù scolastici italiani, pari a circa il 28% del panorama della ristorazione scolastica a livello nazionale. Alcune buone notizie arrivano, si è registrato uno sforzo verso proposte più sane e sostenibili, con più legumi e meno carne rossa. Le migliori mense in Italia sono quelle di Cremona, Fano, Jesi, Trento, Rimini, Bergamo e Mantova che si posizionano nella fascia dell’eccellenza all’interno del rating.
Il miglior menù scolastico italiano si trova a Trento secondo Valter Longo e a Cremona secondo Franco Berrino, i due big dell’alimentazione sana in Italia tuttavia danno un giudizio negativo sulla mensa italiana: troppe proteine, prosciutti e carboidrati con la mensa che rischia di favorire l’obesità infantile, problema che da diversi anni si sta registrando. “Pasta, lasagne, gnocchi e pizza tutti i giorni: questa dose di amidi, quindi di zuccheri, sicuramente aiuta i bambini italiani a essere tra coloro che hanno un record mondiale di sovrappeso e obesità. È ovvio che la base di questa condizione parte dalla scuola” ha spiegato il professor Longo, che spiega di puntare di più sulle proteine vegetali ed educare ad un maggior consumo di verdure.
La mensa più green arriva da Venezia, dove i bambini sono abituati da anni a portare le stoviglie da casa e che recentemente ha aggiunto la borraccia e la tovaglietta lavabile fornita dal Comune.
Si sta allargando inoltre la forbice tra chi considera la mensa scolastica come un valore sociale ed educativo e chi la considera una commodity, tra chi ritiene che mangiare a scuola sia uno strumento di cura dei bambini e continua a cucinare, investendo sul personale e chi privilegia i cibi scarta e servi, puntando su una maggiore praticità anziché la qualità del servizio.
