Liguria inserita nella “zona arancione”, ovvero quella a rischio mediano, secondo l’ultimo Dpcm del Governo.
Come è noto il territorio è stato inserito in tre fasce a seconda non solamente dei numeri della diffusione del Covid ma riguardano anche la tenuta degli ospedali, i posti letto (specialmente in terapia intensiva) e lo stress del sistema sanitario.
La Liguria pur con un numero di contagi in base alla popolazione identico a quello della vicina Toscana (e un numero più basso di casi gravi) paga la cronica mancanza di posti letto negli ospedali.
Insieme alla Liguria sono state inserite nella zona arancione Puglia, Sicilia, Umbria e Veneto mentre in zona rossa, ovvero quella a rischio massimo, il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Lombardia, l’Alto Adige e la Calabria (quest’ultima con pochi contagi ma con un numero di posti letto inadeguato al numero di abitanti). Il resto del paese è area gialla, anziché verde come indicato precedentemente, con diverse limitazioni.
Nelle zone arancioni le regole sono molto simili alle zone gialle: vale il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 5 del mattino salvo motivi di salute o di lavoro, la didattica a distanza per le scuole superiori, il trasporto pubblico al 50% per bus, treni e metropolitane, i centri commerciali chiusi sabato e domenica e nei festivi, la chiusura dei musei e delle mostre, lo stop alle crociere e ai concorsi. Nelle zone arancioni chiuderanno inoltre tutto il giorno bar, pasticcerie e ristoranti (nelle zone gialle rimangono attivi fino alle ore 18) e non ci si potrà spostare in un altro Comune salvo che per motivi di lavoro, studio e salute.
Sono consentite le uscite all’aperto mantenendo il distanziamento sociale, l’accesso ai parchi con lo stesso distanziamento, rimangono aperti anche i parrucchieri ed i centri estetici.
Le regole rimarranno in vigore fino al 3 dicembre mentre lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 31 gennaio.
La scelta è quindi quella del lockdown soft come è in atto già da diversi giorni in Germania e altre nazioni, le misure più restrittive sono state prese invece in Francia, Belgio, Irlanda e diverse altre nazioni. Sono pochi i paesi che non hanno adottato misure nella seconda fase.
