Il kiwi, frutto sempre più consumato negli ultimi anni, deve il suo nome al simpatico uccello della Nuova Zelanda, vero e proprio simbolo del paese, incapace di volare e la cui forma ricorda molto quella del frutto.
A differenza di quello che pensano quasi tutti il kiwi non è originario dell’Oceania ma bensì della Cina, la sua coltivazione venne successivamente diffusa in Nuova Zelanda, con il paese oceanico che è diventato il primo produttore mondiale.
Le varietà di kiwi sono diverse, le più conosciute sono quella verde e quella gialla, la prima è quella che viene maggiormente consumata, ed è caratterizzata da un frutto ovale, con buccia pelosa di colore marrone scuro e polpa verde smeraldo. La varietà oro ha invece una forma più allungata e non ha peli sulla buccia, la polpa è gialla e il sapore, una volta maturo, è più dolce. La terza varietà è la baby, chiamata anche mini kiwi, caratterizzata da una dimensione piccola, con buccia senza peli e polpa verde. La particolarità del kiwi è avere al suo interno dei semi piccoli e neri.
Il periodo dei kiwi coincide con le stagioni autunnali e invernali, molte sono le proprietà nutrizionali di questo frutto.
I kiwi sono un’ottima fonte di vitamina C, di acidi grassi Omega 3, di fibre, di antiossidanti e di sali minerali. Grazie a questo i kiwi ci garantiscono diversi benefici per la salute, dal rafforzamento del sistema immunitario, alla regolarizzazione del transito intestinale, alla prevenzione delle cardiopatie, alla lotta al diabete, il contrasto dell’anemia, aiuta la perdita di peso ed è molto utile per ottimizzare la dieta degli sportivi, i kiwi sono infatti molto indicati a chi pratica attività fisica.
I kiwi possono essere consumati all’interno di una dieta varia ed equilibrata ad ogni età, consumati a colazione (magari nello yougrt o insieme alle noci), come spuntino o merenda o alla fine dei pasti. Possiamo mangiarli interi, frullati, nella mousse o nella macedonia, e anche nelle insalate salate per un effetto agrodolce. Unica attenzione è l’enzima actinidina che potrebbe provocare reazioni allergiche ad alcune persone, bisogna perciò testarlo prima per evitare le reazioni allergiche.
