Quarantacinque anni fa, nella notte tra il 1 ed il 2 novembre del 1975 veniva ucciso Pier Paolo Pasolini.
La versione ufficiale della sentenza dichiarò che si trattava di un omicidio a sfondo sessuale. Tuttavia molte ombre ancora oggi emergono in quella tragica vicenda. Si sa infatti che negli anni precedenti alla sua morte, Pasolini aveva scoperto chi uccise suo fratello Guido, il 7 febbraio del 1945 e molto probabilmente aveva deciso di farlo sapere all’opinone pubblica.
Guido Pasolini, più giovane di due anni del fratello Pier Paolo, fu un Partigiano della Brigata Osoppo, che in Friuli combatteva contro l’occupazione tedesca e venne ucciso alla Malga Porzus, probabilmente da Partigiani comunisti iugoslavi in una vicenda ancora oggi molto oscura.
Molte verità emersero tuttavia diversi anni dopo, a seguito della caduta del Muro di Berlino, verità che negli anni della Guerra Fredda era opportuno non far conoscere.
Pier Paolo Pasolini, oltre che grande regista, poeta e scrittore era anche un intellettuale scomodo, da destra a sinistra, che non si faceva nessun scrupolo a dire pubblicamente quello che pensava, a costo di andare controcorrente rispetto alla cultura dominante, basta leggere cosa scriveva in una lettera a Alberto Moravia del 1973 due anni prima di venire ucciso.
