Sono oltre cento le aziende che oggi hanno aperto le porte in occasione dell’evento organizzato da Slow Food “Presidi aperti”, una giornata che consentirà di incontrare i produttori che con il loro lavoro danno vita ai Presidi Slow Food.
I Presidi Slow Food nascono nel 1998 quando a Morozzo, nel Cuneese, in occasione della tradizionale Fiera del Cappone, celebrata da oltre un secolo, ci si rende conto che questa ricorrenza sta per scomparire a causa di un sistema alimentare dove i capponi vengono allevati in batteria e trattati con potenti dosi di ormoni, costano meno e rendono di più ma dietro c’è un modo sbagliato e poco sano di allevare.
Nel piccolo paese del Cuneese nacque il concetto di Presidio Slow Food, già da un paio d’anni l’associazione della Chiocciola di Carlo Petrini stava lavorando per un progetto dedicato a tutti quegli alimenti che erano a rischio scomparsa, l’Arca del Gusto, un catalogo in cui in tutto il mondo venivano segnalati i prodotti a rischio di estinzione.
Nel giro di poco più di vent’anni i Presidi sono diventati 593, di cui ben 324 in tutta Italia, mentre i prodotti segnalati sull’Arca del Gusto sono addirittura 5327.
«Il bilancio è estremamente positivo – ha spiegato Serena Milano, segretaria generale della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, nel corso del convegno 20 anni in nome della biodiversità organizzato presso Nuvola Lavazza a Torino per fare il punto sul progetto dei Presìdi -. Sono un progetto originale e innovativo che all’inizio sembrava un’utopia e che invece ha funzionato. I dati che oggi dimostrano l’impatto positivo dei Presìdi sono tantissimi: sono economici, ma anche sociali e ambientali. Uno per tutti: le emissioni generate dalle aziende agricole estensive e di piccola scala dei Presìdi sono inferiori del 30% a quelle di analoghe produzioni convenzionali».
