È stato presentato a BolognaFiere, nel corso di SANA, il decalogo del lavoro in vigna e in cantina di Slow Food che spazia dalla salvaguardia e la promozione della biodiversità e la tutela del paesaggio.
Il Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto presentato a Bologna racchiude in dieci punti quello che per Slow Food rappresenta il mestiere del vignaiolo, che non si limita più alla semplice produzione del vino ma è un motore attivo per un’agricoltura che promuove la crescita culturale, economica e sociale etica e armonica sul territorio.
Il Manifesto nasce nel 2007 in occasione della riunione Vignerons d’Europe avvenuta a Montpellier in Francia che vide il ritrovo dei vitivinicoltori d’Europa, al termine delle giornate nasceva il documento con i capisaldi della produzione slow che ora si apre a tutto il mondo, prendendo in considerazione il complesso delle relazioni che genera il lavoro del vignaiolo.
«Il senso del nostro Manifesto è trattare il vino come qualcosa che vada oltre al bicchiere e che includa ambiti di importanza strategica per lo sviluppo del nostro Paese» ha spiegato Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine insieme a Fabio Giavedoni in occasione del lancio del Manifesto avvenuto a Bologna «In questa fase storica abbiamo compreso che nessuno sopravvive da solo, che sia una grande impresa, un’associazione con migliaia di iscritti, una piccola azienda o una famiglia. Mai come ora il concetto di comunità ha assunto un valore universale – ha aggiunto Gariglio – Il decalogo presentato oggi è il documento fondativo di una comunità che spero possa crescere e ramificarsi, una comunità che accomunerà tutti gli amanti del vino: quelli che lo fanno e chi, apprezzando questi vini, valorizza e ripaga le loro fatiche quotidiane».
