A 81 anni, dopo una lunga malattia, si è spento Gian Pietro Bernuzzi, figura centrale fra quelle che circa dieci anni fa rifondarono la sezione della Brigata Oreste, diventandone responsabile amministrativo.
L’attività dell’Anpi è stata, per lui, una cosa molto seria, perché dal 1957, anno della sua fondazione, era rimasta inattiva per tanto tempo.
La scomparsa di Bernuzzi è una grave perdita, perché è venuta a mancare una persona onesta, diretta, trasparente, che ha tradotto generosamente i propri valori personali nell’impegno umano, svolgendo con estrema serietà il mandato di Sindaco di Roccaforte.
Nato a Marmassana, comune di Isola del Cantone (Ge), si trasferisce a Grondona da bambino, studia ragioneria a Genova per poi diventare dipendente di banca a Milano, dove risiede prima solo, poi con la moglie e i due figli. Andato in pensione torna a vivere in Piemonte, a Arquata Scrivia, e, ispirato dalla politica, si impegna per le proprie idee, democrazia e libertà.
Si fa amare per il suo garbo, la sua cultura, la sua parola sempre cordiale. Racconta la sua terra in tutte le sfumature, come solo sa fare chi coniuga sapere e passione. Lega il suo nome alla divulgazione storica del “Pane bianco del Mecco”, scritto con Rinaldo Dellepiane e Antonio Pratolongo per ricordare il periodo della resistenza in Valle Spinti e Arquata. In precedenza aveva scritto la storia della sua famiglia e un terzo volume uscirà postumo “Quella specie di Trani”, in cui racconta una Milano che non c’è più, la città in cui ha vissuto a lungo, anche da solo.
Ci piace ricordare Gian Pietro come persona profondamente umana, signorile e garbato. Mancherà a tutti.
