Slow Food boccia senza appello il “Piano Colao”, le 102 proposte per favorire la ripresa economica dell’Italia, redatto dagli esperti chiamati dal Governo e guidato dal manager Vittorio Colao.
Secondo Slow Food questo piano dimentica completamente l’agricoltura e riporta l’Italia alla fine degli anni Ottanta, quando nasceva Slow Food e si era dimenticato fino ad allora del vero tesoro italiano: la produzione agricola e alimentare di piccola scala.
Il nostro paese, spiega Slow Food, ha invece la necessità di trovare la strada delle produzioni di prossimità, del sostegno per arrivare alla transizione ecologica dell’agricoltura, di un’interazione forte tra produzioni locali e consumo, puntando sui borghi e sulle botteghe, rendendo vive e vitali le terre alte e sostenendo chi produce cibo senza devastare, cercando invece di chiedere conto di quella devastazione a chi produce senza freni e con l’obiettivo della massimizzazione del profitto, costi quel che costi.
