Che cosa fa l’Unione Europea
La Ue (di certo imperfetta), ha già attivato 3.400 miliardi: svincolati, tra l’altro, aiuti di Stato e rapporto deficit-Pil, via al Fondo-disoccupazione. In attesa degli eurobond
Le mosse anti-virus dell’Europa: fondi e iter snelli per cittadini e imprese
Flessibilità per aiutare Stati, imprese e cittadini Ue, con interventi mirati in grado di modellare le regole esistenti per fronteggiare la crisi dovuta alla pandemia. Con un taglio immediato a burocrazia e tempi. Su questi binari, l’Unione europea è intervenuta con misure economiche (ma non solo), mobilitando 3.400 miliardi di euro. La Commissione, in particolare, è intervenuta su più fronti con misure ad hoc, anche “stravolgendo” la tradizionale interpretazione del quadro normativo di partenza. Passi indispensabili per superare lo shock economico anche se non ancora sufficienti, come ha sottolineato il Parlamento europeo che ha chiesto la revisione del bilancio post-2020 e un pacchetto di ripresa pari a 2.000 miliardi di euro.
Il Recovery Fund medicina anti-discordia
Oltre alla già avviata mobilitazione di tutte le risorse disponibili, è in moto l’approvazione del Recovery Fund, un meccanismo Ue che prevede interventi a fondo perduto per gli Stati più colpiti dall’epidemia e che dovrebbe essere finanziato da bond comuni europei. Su questo resta l’opposizione dell’Olanda. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il 13 maggio, ha presentato il piano al Parlamento europeo. L’iter è in corso. A questo si affiancherà un Fondo strategico d’investimento per aiutare i privati, mentre è già partita l’azione «Coronavirus Global Response» con una raccolta di fondi da parte di donatori di tutto il mondo (al 13 maggio sono stati raccolti 7,4 miliardi di euro).
Cento miliardi contro la disoccupazione
La Commissione ha avviato un nuovo strumento di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (Sure, Temporary support to mitigate unemployment risks in an emergency) e per consentire alle persone di mantenere il posto di lavoro durante la crisi. Sure – scrive la Commissione – arriverà a 100 miliardi di euro di finanziamenti per creare o ampliare i regimi nazionali di riduzione dell’orario di lavoro. Inoltre, il programma sarà utilizzato per i partenariati tra i servizi per l’impiego, le parti sociali e le imprese per facilitare la riqualificazione professionale, specialmente per i lavoratori stagionali. Misure eccezionali saranno adottate per il settore agricolo e alimentare, anche con deroghe temporanee alle norme in materia di concorrenza.
Voucher volontari Stop alle restrizioni di viaggio
La Commissione è intervenuta con misure a tutela dei turisti e supporti alle aziende del settore. Sotto il primo profilo, accanto agli orientamenti del 18 marzo sulla corretta applicazione dei regolamenti Ue sui diritti dei passeggeri, ha adottato, il 13 maggio, la raccomandazione n. 2020/648 sui buoni offerti come alternativa al rimborso per pacchetti turistici e servizi di trasporto annullati per la pandemia. Vettori e operatori hanno scelto per lo più la concessione di voucher, ma la Commissione ha specificato che l’adesione a questi buoni è volontaria, prevedendo che siano coperti anche in caso di insolvenza del vettore o dell’operatore.
Per il supporto alle aziende, Bruxelles ha attivato un pacchetto di raccomandazioni per procedere all’eliminazione graduale delle restrizioni di viaggio. Gli Stati devono agire sulla base di 3 criteri: epidemiologico (secondo la mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), di applicazione delle misure di contenimento e altre considerazioni di natura economica e sociale. Il quadro comune per la ripresa graduale con protocolli sanitari specifici per alberghi e strutture ricettive punta soprattutto a garantire l’interoperabilità transfrontaliera delle applicazioni di tracciamento