Oltre due mesi senza precipitazioni significative sul Basso Piemonte, in buona parte della Sicilia, della Puglia, del Molise e dell’Emilia Romagna. Una situazione drammatica senza precedenti dal 1878.
L’arco Alpino è quasi senza neve, rimane solo quella poca caduta a novembre che sembrava preannunciare un inverno con precipitazioni abbondanti. Dall’inizio dell’anno è caduto mediamente il 75% di pioggia in meno rispetto all’anno scorso. Slow Food lancia l’allarme sull’andamento climatico: per esempio il fiume Po sta facendo registrare dei picchi negativi simili a quelli estivi e l’anticiclone che sta stazionando sembra resistere ancora.
Non solo siccità ma anche caldo anomalo, nel basso Piemonte si è scesi sotto lo zero appena due volte in due mesi, battendo quindi ogni record negativo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: erba secca, mentre si raccolgono le prime fave e compaiono le fragole sulle bancarelle, con prospettive per la fienagione allarmanti.
La germogliazione prematura delle piante sta mettendo a serio rischio i raccolti, in quanto è molto probabile che si verifichino le gelate primaverili, già protagoniste di danni enormi lo scorso anno. Un gelo tardivo brucia le gemme compromettendo così tutto.
Occorre un cambio generalizzato, fa presente Slow Food, iniziando dai gas serra, dando azione a quanto viene detto nelle numerose conferenze sul clima che, da ormai diversi anni si susseguono senza portare ad impegni precisi.
È necessario eliminare il carbone, prosegue Slow Food, non è più possibile lasciare i contadini a salvare il salvabile in un clima impazzito. Il futuro dipende da come riusciremo a trovare un equilibrio tra le nostre esigenze ed il pianeta che ci ospita.