Il 13 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Radio, iniziativa promossa dall’Unesco nel 2014 su suggerimento della RNE (Radio Nazionale Spagnola).
Anche con l’avvento della televisione prima, dei computer e di internet poi, la radio rimane il mass media più utilizzato nel mondo.
La storia della radio è molto antica, i primi esperimenti di trasmissioni tramite onde elettromagnetiche risalgono addirittura al 1860 con gli studi del fisico scozzese James Maxwell, le onde vennero poi prodotte dal tedesco Heinrich Hertz ed utilizzate per la prima volta nel 1901 a grandi distanze dal nostro Guglielmo Marconi. La paternità dell’invenzione è ignota, secondo una sentenza della Corte degli Stati Uniti l’invenzione si deve a Nikola Tesla che nel 1893 utilizzò, nel corso di una conferenza a Saint Louis, un apparecchio che conteneva tutti gli elementi delle future radio.
Dopo diversi esperimenti la prima stazione radiofonica del mondo fu Radio Clube de Pernambuco di Recife, in Brasile, che iniziò le trasmissioni regolari il 6 aprile del 1919. La radio è ancora oggi esistente. L’anno successivo iniziarono a trasmettere Lor Radio a Buenos Aires in Argentina, KDKA a Pittsburgh e WWJ a Detroit, entrambe negli Stati Uniti. Il primo servizio radiofonico europeo su France Inter dalla Torre Eiffel di Parigi nel 1921 mentre in Italia le trasmissioni iniziarono con la URI (Unione Radiofonica Italiana) il 6 ottobre del 1924.
Nel corso degli anni la radio ha cambiato pelle, spostandosi dalle vecchie onde medie (ancora piuttosto utilizzate nel continente americano) alla modulazione di frequenza e, a partire dagli anni ‘70 sono nate in tutta Europa le radio private, oggi diventate spesso dei grandi network. Negli ultimi anni si sono sviluppate diverse radio tematiche e da qualche anno si sta sviluppando il Dab+, un sistema di trasmissione digitale che, probabilmente, come è avvenuto per la televisione, prenderà il posto delle vecchie trasmissioni in FM.