Appuntamento domenicale con i racconti di Marina Salucci, ecco “Poesia” una riflessione interiore sul passato e sull’incertezza del futuro.
POESIA
Che cosa resterà, alla fine?
Che cosa non si scioglierà come nulla nella sabbia delle stagioni? Di tutti i sussurri, battiti tumultuosi di gioia, silenzi, ferite, occhi che ridono, tunnel male illuminati … Forse ho paura. Paura che non resti nulla.
Nulla è davvero poco.
È sembrato così lungo, così importante.
Sempre a cercare sotto la scorza, a cercare la maglia rotta nella rete. Ora la rete è vecchia e attorcigliata, la barca coperta, secca. Il vento e la sabbia mi impediscono di guardare.
E che cosa ho trovato? Forse che ogni strappo è una verità? Va’, per te l’ho sperato, mi diceva il poeta. Se avesse ingannato? Abbasso la testa. A lungo. Poi il vento si calma. Arriva un’eco che sussurra pezzi di parola, momenti impastati l’uno nell’altro. Alzo la testa. Guardo. Il sole discende lento e illumina ciò che mi pareva metafora vuota. Mi giro. Vedo le imperfezioni della rete che risuonano dolcissime agli ultimi raggi di sole. La barca sta raccontando storie che incantano. La sabbia suona col vento.
Che cosa rimarrà?, mi chiedo ancora. La risposta mi esce dalle labbra, lenta, scandita, piena
POESIA.
Rimango lì finché il sole non svapora nella notte.
Fotografia di Carlo Accerboni