I giorni compresi tra la fine del mese di gennaio e l’inizio del mese di febbraio sono comunemente noti come i “giorni della merla” e, di norma, rappresentano il periodo più freddo dell’anno.
Quest’anno però la regola sembra non essere assolutamente rispettata, anzi. I valori registrati sull’Italia e su gran parte dell’Europa segnalano infatti anomalie termiche positive di 5-6 gradi rispetto al normale, con le conseguenze che vediamo tutti: giornate quasi primaverili, fioriture anticipate di oltre un mese e neve scarsa o quasi nulla sull’arco alpino.
L’osservatorio toscano LaMMA ha pubblicato su Instagram una cartina in cui si evidenzia la mitezza di questi giorni specificando che c’è ben poco da essere allegri, se secondo la tradizione popolare il freddo e la neve garantiscono buoni raccolti, quest’anno si rischia la catastrofe da molti punti di vista: la mancanza di neve sui monti potrebbe portare a fiumi e torrenti in secca molto prima del periodo estivo, le fioriture anticipate potrebbero inoltre essere soggette a gelate tardive, con danni irreparabili per i raccolti di quest’anno.