Saldo negativo per il commercio al dettaglio di Arquata , in sofferenza nonostante abbia tenuto in questi anni di crisi. Sette sono i negozi che hanno chiuso i battenti, fra cui botteghe storiche.
Le cessazioni più clamorose sono nel settore abbigliamento maschile e femminile, le contrazioni di maggior rilievo si registrano nei settori non alimentari. Picchi negativi anche per le vendite di elettrodomestici e dei prodotti moda e calzature.
A causa delle tasse che soffocano le famiglie anche le nuove tecnologie sono al palo, l’informatica e la telefonia mostrano una flessione. Limitano i danni i giochi, giocattoli, articoli per lo sport.
La recessione e i cambiamenti di spesa delle famiglie hanno ridotto le vendite del commercio in sede fissa, accrescendo l’incidenza del commercio on line e è probabile che il futuro sia caratterizzato da una fase di concorrenza fra le varie reti distributive, grande distribuzione, distribuzione tradizionale, commercio on line, con la vittoria finale delle imprese che riusciranno a ibridarsi meglio .
Servono interventi strutturali in materia fiscale sul costo del lavoro e di snellimento della burocrazia, anche a livello locale, studiando incentivi che aiutino la voglia di intraprendere la strada del commercio alle giovani generazioni, oltre a consolidare le imprese esistenti . Nel frattempo però c’è bisogno di interventi mirati a sostegno dei negozi tradizionali. Il rischio è che la rete salti prima di riuscire a modernizzarsi.
M.p.