Come ogni domenica vi proponiamo l’appuntamento con i racconti di Marina Salucci, ecco “Bicicletta” un racconto di vita con la metafora delle due ruote.
BICICLETTA
L’abito non fa il monaco?
Dubitane.
Per volare ci vogliono le ali, ed è per questo che le inforco ogni volta. Via con i calzoncini imbottiti, quel tanto che basta, la maglietta come viene, poi il caschetto, del colore che mi piace beninteso, e l’acqua che non si fa mai mancare…
E così esco, manubrio nel petto, dopo quel rituale della vestizione che è davvero importante: si entra in un mondo parallelo. Gli altri li vedi, li senti, ma c’è qualcosa di diverso, non sei più con loro e in mezzo a loro…
E’ la magia dei cerchi che girano, e girando spingono altri cerchi, e altri cerchi ancora, è così che si avanza, hai mai pensato che succede anche nell’universo infinito? E’ per questo che il ritmo che non è più quello degli altri, la signora con la borsa, la mamma col bambino, l’auto che urla col clacson, il signore con la valigetta. Hai visto, i tuoi piedi non toccano terra, ma avanzi, ecco, lo vedi, stai volando.
Se sei da solo diventi un cavaliere che non difende che se stesso e un mondo sul punto di sciogliersi con le sue bellezze, e tu le vai a cercare, per poter gridare che ci sono ancora e intanto anche tu ci sei un po’ di più, perché capisci che cosa hai dentro.
Se sei con altri tutto diventa un ballo, una giostra, una festa… Bastano poche pedalate e ridiventi bambino, e via a descrivere mille cerchi di allegria. Insieme.
Il mondo gira e tu anche: è un magnifico incontro che è un peccato perdere, credimi. Un sacco di cose ti arrivano davanti, con le loro forme improvvise, e difficilmente le dimenticherai.
Certo, è vero quello che dici, poi si torna, ci si sveste, e il casco-elmo torna in dispensa. Il cavallo dove gli trovi posto. S’indossano di nuovo i panni consueti.
Ma la magia dei cerchi si è messa in moto, e ogni volta che torni ti accorgi che la pesante corazza dell’apparire si è sgretolata un po’. Che le essenze diventano importanti. E i cerchi sono lì, silenti, ma pronti a rimettersi in moto. Basterà che tu lo voglia.