Sembra fuori controllo la crescita dei cinghiali, oltre il 400% in trent’anni sul territorio italiano, a causa della non gestione delle popolazioni faunistiche.
In diverse zone della penisola la sovrappopolazione degli ungulati è diventata ormai un problema enorme per gli agricoltori, per l’ambiente e per la sicurezza degli stessi residenti.
Confagricoltura sollecita al più presto interventi risolutivi in merito, denunciando di come ci siano titoli di giornali e dei telegiornali quando avvengono incidenti mortali o quando gli agricoltori protestano per i danni ma a ciò non corrisponde mai un’azione concreta.
<<Una cosa è certa: il problema esiste e va affrontato e risolto. Chi dovrebbe agire, oltre ad essere inerte, si nasconde colpevolmente. Abbiamo una normativa superata che affida la gestione della selvaggina al mondo venatorio, che ha ormai messo in evidenza tutti i suoi limiti. Estraniare gli agricoltori, che ospitano la selvaggina sui loro territori, dalla sua gestione, si è rivelato un errore grandissimo>> ha commentato il presidente di Confagricoltura, Luca Brondelli.
Tra le cause delle mancate azioni per contenere il problema vi è la burocrazia, a causa di una legislazione che demanda agli enti locali la soluzione. Il Tribunale di Palermo ha recentemente sottolineato la responsabilità delle amministrazioni pubbliche che non hanno adottato piani mirati di contenimento.
Confagricoltura invita inoltre il mondo venatorio ed il mondo ambientalista-animalista ad uscire da una contrapposizione sterile, affrontando un problema che bisogna assolutamente risolvere.
L’organizzazione degli agricoltori chiede il monitoraggio su scala nazionale delle popolazioni di ungulati e l’avvio di azioni straordinarie di prelievo, essendo ormai di fronte ad una vera e propria emergenza che richiede la collaborazione di tutti.