Sarà giudicata il 28 novembre con rito abbreviato Teresa Gandolfo, ex direttrice dell’asilo nido “Emilia Morando” di Arquata Scrivia per la quale la Procura della Repubblica ha ipotizzato il reato di peculato e truffa aggravata.
Il suo Tfr (Trattamento di Fine Rapporto) resta al Comune come parziale risarcimento per non aver versato nelle casse comunali l’incasso in contanti di bambini ammessi impropriamente a frequentare la struttura, accogliendone un numero superiore al consentito. Una sorte di “gestione parallela”, pratica portata avanti per anni.
La linea dell’Amministrazione Comunale è quella di rivalersi sulla responsabile, costituendosi parte civile e chiedendo la restituzione di tutto.
L’ammanco contestato dalla Procura ammonta a oltre 300mila euro, l’ex direttrice ha già versato 40 mila euro e cederà la sua liquidazione di circa 51 mila euro. La proposta è stata accolta dalla Giunta, ma tali somme sono molto lontane dalla cifra richiesta dalla Corte dei Conti, che ha aperto una procedura parallela.
I magistrati contabili chiedono 650 mila euro, frutto di calcoli relativi a un lungo periodo di rette dirottate dall’ex dirigente. L’avvocato Rosa Maria Carfora, legale di Teresa Gandolfo chiarisce che per ora la Corte dei Conti propone in subordine alternativo i 300 mila euro calcolati dal pubblico ministero. Il sequestro dei beni dell’ex dirigente, avviato dalla Corte dei Conti, non è iscritto a ruolo in questa fase iniziale.